Il cuoco investitore: «Non so perché sono scappato»
In carcere Loris Cocca, 33enne di Benevento, è disperato.
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TRENTO. In queste ore, in carcere, Loris Cocca, sta ripercorrendo attimo dopo attimo, quello che è successo. E lo stanno facendo anche i carabinieri della Compagnia carabinieri di Cavalese.
Il cuoco ha spiegato al suo avvocato Marco Vernillo (che lo difende assieme al collega Antonio Saracino) che Mattia si sarebbe spostato all’improvviso sulla strada. E lui non avrebbe quindi avuto il tempo di frenare, di evitare l’investimento. E poi è scappato. Non si è fermato neppure dopo alcuni metri, ma ha raggiunto il parcheggio vicino a casa sua e poi è andato a lavorare.
I carabinieri lo hanno rintracciato in cucina. A lui ci sono arrivati grazie alla targa che era rimasta sull’asfalto, ritrovando poi anche la Ford che aveva tutti i segni dell’impatto. Fra l’incidente e il fermo del cuoco è passata circa un’ora e mezza e Cocca è stato anche sottoposto al controllo con l’etilometro. Che ha dato esito positivo: due misurazioni, entrambi sopra 1,5 grammi di alcol per litro di sangue (il codice della strada prevede la guida in stato di ebbrezza a partire dal dato di 0,5) e in crescita. Guidava quindi sotto effetto dell’alcol? Lui si difende dicendo che, in stato di choc, una volta tornato a casa, ha bevuto delle birre.
Cocca, ripete che stava viaggiando piano, che il ragazzo con il monopattino è piombato all’improvviso davanti alla sua macchina, e che non è scappato per cercare di farla franca, ma che lo ha fatto in uno stato quasi di incoscienza. Tanto che non ha cercato di nascondere la sua macchina, è andato al lavoro dove era facile trovarlo e davanti ai carabinieri ha subito ammesso di esser stato lui al volante della macchina al momento dell’impatto. E ora il suo pensiero è per Mattia e la sua famiglia.