Gli studenti della Rosa Bianca riflettono su povertà e cibo
Cavalese. Anche nel pieno della scuola in remoto l’Istituto “La Rosa Bianca” di Cavalese e Predazzo non ha voluto far perdere ai propri studenti l’opportunità offerta dall’Associazione scuola senza...
Cavalese. Anche nel pieno della scuola in remoto l’Istituto “La Rosa Bianca” di Cavalese e Predazzo non ha voluto far perdere ai propri studenti l’opportunità offerta dall’Associazione scuola senza frontiere, Assfron, di approfondire le tematiche relative ai temi ambientali, a quelli dello sviluppo sostenibile, del rapporto iniquo nord-sud del pianeta, dell’economia circolare, dell’importanza di una corretta alimentazione, dell’importanza dell’acqua, per finire con il tema degli sprechi alimentari.
Coordinate dai professori Acquisti, Prastaro, Zucchelli e Arseni la classe 1BS di Cavalese e le classi 2RA,2RB e 2RC di Predazzo,il 18 dicembre si sono confrontate per due ore con il segretario di Assfron, Carlo Bridi (giornalista e collaboratore del Trentino) su questi temi di grande attualità che ci coinvolgono tutti nell’ambito del progetto di educazione civica. Bridi in apertura dell’incontro ha portato il saluto la presidente di Assfron professoressa Natalia Arseni, quindi snocciolando una serie di dati molto preoccupanti ha cercato di responsabilizzare studenti e insegnanti sul fatto che è urgente cambiare il nostro modello di sviluppo, anche perché da una parte crea un mondo di poveri sempre più poveri e dall’altra contribuisce in modo determinante all’impazzimento del clima con le modificazioni ambientali sempre più drammatiche. La tempesta Vaia di due anni fa è solo uno di questi segnali. Ma ci dovremo interrogare anche sul dramma della fame e della povertà, ha proseguito Bridi, che a causa della crisi provocata da Covid 19 sta colpendo non solo le popolazioni dei paesi impoveriti, ma anche da noi.
Le denunce sempre più pressanti della Caritas sono lì ad interrogarci, ha ricordato il professor Acquisti. Sugli sprechi alimentari che l’oratore ha definito uno scandalo dei nostri tempi, con un terzo del cibo che viene sprecato, mentre il numero delle persone che soffrono la fame e la sete sono in continuo aumento; non possiamo far finta che il problema non esista. Dobbiamo impegnarci tutti a ridurli. Il fatto che ogni giorno non meno di 8.000 bambini muoiano per mancanza di cibo, mentre 50 milioni nel nord del mondo abbiano problemi di obesità e sovrappeso, nella più totale indifferenza, non può non interrogarci. È innanzitutto un problema culturale, hanno affermato gli insegnanti intervenuti più volte nel dibattito, aspetto sul quale proprio la scuola, può fare molto.
Ma gli sprechi sono anche dei grandi responsabili delle emissioni di Co2 nell’atmosfera in quanto contribuiscono con il 40% delle emissioni. Per questo ciascuno di noi si deve sentire impegnato nel ridurre gli sprechi di cibo, di acqua e di energia puntando decisamente alle energie rinnovabili come previsto dall’Accordo di Parigi. Gli studenti dunque devono sentirsi parte attiva per ridurre i rischi del nostri pianeta e garantire vivibilità per tutti. L.CH.