Gli odori del biodigestore abbattuti fino all’80 % 

Predazzo, oggi il confronto tra l’amministrazione comunale e gli abitanti di Bellamonte sugli effetti dello spargimento dei liquami degli allevamenti


di Francesco Morandini


PREDAZZO. Oggi è il giorno del confronto dell’amministrazione comunale con gli abitanti di Bellamonte sugli effetti dello spargimento dei liquami che usciranno dal biogestore in costruzione a Predazzo. Ci saranno anche i tecnici di S. Michele, ma anche la Cooperativa Biogestore Predazzo, che sta costruendo l’impianto sulle pendici di Pelenzana, fra gli alberi che sovrastano la tangenziale nei pressi del teleriscaldamento, la centrale che incamererà l’energia termica prodotta dall’impianto. Già, perché se da una parte esso servirà a ridurre (quanto si vedrà) l’odore e l’impatto ambientale dei liquami prodotti dai quasi 800 capi bovini di Predazzo, dall’altro produrrà biogas che sarà trasformato in energia elettrica e termica. Il biogas prodotto all’interno del fermentatore e del post fermentatore sarà infatti raccolto all’interno del gasometro posizionato sopra la vasca di stoccaggio del digestato e alimenterà un cogeneratore da 124 kW per la produzione di energia elettrica da immettere in rete e che beneficerà anche di un incentivo pari a 0,233 Euro/kWh. L’energia termica entrerà invece nel circuito di teleriscaldamento del paese grazie agli accordi di collaborazione con Eneco Energia, la società che gestisce la centrale e la distribuzione del teleriscaldamento.

I soci conferitori sono 7, per un totale di 224 manze e 557 vacche da latte, cui si aggiungono una dozzina di soci sovventori. Si prevede una produzione di biogas fra i 225.000 e i 360.000 Nm3, e di energia elettrica fra 508.000 e 811.000 Kw con 8000 ore di lavoro del cogeneratore.

Quanto agli effetti ambientali la relazione tecnica del progetto, pur evidenziando alcune criticità della digestione anaerobica, parla di abbattimento del carico odorigeno pari al 60-80% e di riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, oltre all’igienizzazione del materiale e quindi la riduzione della carica patogena. Altri aspetti positivi addotti sono la trasformazione dell’azoto organico in azoto minerale in forma per lo più ammoniacale e quindi prontamente utilizzabile dalle piante, la riduzione delle sostanze fitotossiche e l’inattivazione di semi di specie infestanti e la maggiore facilità di penetrazione nel terreno.

Staremo a vedere se i cittadini di Bellamonte, e non solo, si accontenteranno di una riduzione dell’odore del 60% e delle altre assicurazioni che i tecnici della Fondazione Mach e della Cooperativa potranno portare.















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