cavalese - nel suo nuovo libro 

Betta non risparmia un attacco alla giunta 

CAVALESE. Cinquecentesca sala del palazzo della Magnifica gremita venerdì sera a Cavalese per la presentazione del libro “Cavalesano da novant’anni” scritto dall’ex consigliere provinciale Claudio...



CAVALESE. Cinquecentesca sala del palazzo della Magnifica gremita venerdì sera a Cavalese per la presentazione del libro “Cavalesano da novant’anni” scritto dall’ex consigliere provinciale Claudio Betta. A presentare il libro, la sesta fatica letteraria di Betta, è stato il senatore Giorgio Postal che ha sottolineato oltre all’impegno politico dell’autore anche quello culturale e solidaristico. Il ricavato della vendita volume “Cavalesano da novant’anni”, per volere dell’autore, andrà interamente devoluto in beneficenza in favore delle associazioni che operano per il bene degli altri. Il libro, piacevole da leggere, è stato predisposto in una quindicina di capitoli che Betta ha voluto chiamare vetrinette, perché mettono in bella mostra aspetti, personaggi, famiglie, avvenimenti, storia e fatti che hanno caratterizzato la vita dell’autore.

La prima vetrinetta parla della sua infanzia con un piacevole e affettuoso ricordo della sorella Ljdia che gli ha fatto da mamma. La seconda vetrinetta è dedicata alle scuole elementari, ma poi nelle altre si parla delle medie, e dei primi impegni di lavoro, del servizio militare fatto nel Battaglione Trento del 6° Reggimento alpini di stanza a Merano. Nel libro si parla anche dell’impegno politico di Betta: iniziò nel 1963, con la sua nomina a sindaco (dopo la crisi comunale con le dimissioni del sindaco Giovanni Vida) nel 1965. Un capitolo speciale Betta lo riserva al suo mandato amministrativo in Provincia iniziato nelle file del Pri nell’autunno del 1968 in piena contestazione giovanile. E’ stato consigliere provinciale per ben 4 legislature, ma anche assessore al turismo e vicepresidente della Giunta provinciale con Mengoni e vicepresidente del Consiglio provinciale con Angeli. Nella 7ª vetrinetta Betta ripercorre tutta la tormentata vicenda della crisi economica della Cassa rurale di Cavalese, confermando comunque il suo giudizio negativo sulla fusione che la Cassa rurale Centrofiemme ha fatto con quella di Predazzo. Ma Betta verso la fine del suo libro dichiara di apprezzare il ruolo e il lavoro che sta facendo la Magnifica Comunità attraverso lo Scario Giacomo Boninsegna. Non risparmia invece le sue critiche nei confronti dell’amministrazione comunale di Cavalese che non sta lavorando nella direzione giusta per far crescere la borgata. Betta porta come esempi la mancata ricostruzione del teatro comunale, che a distanza di 5 anni dall’incendio ancora non decolla, ma anche la ex Casa Onmi al parco della Pieve (da demolire o da ricostruirla) e la Locanda alla Cascata lasciata nel più completo abbandono. (l.ch.)













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