Anesi: nessun fassano si sente trentino
Val di fassa. «Le politiche degli ultimi anni stanno rischiando di far scomparire la realtà culturale e sociale della Val di Fassa». L’allarme lo lancia Michele Anesi, ex segretario della Ual, in una...
Val di fassa. «Le politiche degli ultimi anni stanno rischiando di far scomparire la realtà culturale e sociale della Val di Fassa». L’allarme lo lancia Michele Anesi, ex segretario della Ual, in una nota. «La tendenza governativa messa in campo è quella di associare, unire e avvicinare sempre di più la Val di Fassa alla vicina Val di Fiemme e, di conseguenza, alla provincia autonoma di Trento, con tutti i rischi che tale assoggettamento comporterebbe per il popolo ladino-fassano», scrive Anesi.
«Molte attività culturali, progetti turistici e sociali della Val di Fassa si stanno già affiancando a quelli delle Valli di Fiemme e Primiero, sotto la direzione di Trento. Le aziende di promozione turistica, ad esempio, sono sempre più indirizzate all’accentramento trentino, mentre le associazioni sono spinte a cercare partnership con la Val di Fiemme finendo per essere risucchiate dalle politiche di quest’ultima. Si sta inoltre procedendo a tappe forzate all’unificazione pastorale delle valli di Fassa insieme alla sempre più vicina valle di Fiemme che finirebbe per snaturare il valore di entrambe. Così facendo il rischio che corriamo è un’omologazione contro natura della Val di Fassa ad una politica centralista trentina, sacrificando la tradizione socioculturale che fino ad ora ci è appartenuta. Sarebbe come tradire il nostro passato, per abbracciare un futuro, quello trentino, che non ci appartiene per nulla».
«Nessuno di noi, abitante della Val di Fassa, fassano e ladino, si sente trentino e men che meno fiemmese – sostiene Anesi –. La nostra storia non fa parte di Trento, piuttosto si caratterizza per un chiaro avvicinamento al Sudtirol in quanto a costumi, tradizioni e storia ma sopratutto ad un senso d’appartenenza “diverso”».
«Dobbiamo rivendicare il nostro fiero diritto di essere fassani, dobbiamo rivendicare il diritto di essere ladini sotto ogni punto di vista, non facendoci assoggettare a nessuna politica riduzionista e omologatrice che Trento vuole imporci sulle nostre scelte - conclude Anesi - per ragioni di convenienze e semplicismi economici».