Famiglie cooperative, più della metà è in perdita: sul bilancio pesa il caro energia (+ 6 milioni)
Sono 362 i punti vendita in 154 Comuni trentini (su 156). Crescono le vendite ma il margine è eroso dai costi. Simoni: «Piccoli negozi fondamentali per la vita in montagna, dobbiamo salvarli»
TRENTO. Alla Cantina sociale di Trento si è svolto il convegno di settore delle Famiglie cooperative, in previsione dell'assemblea generale della Federazione che si terrà giovedì 8 giugno.
Le Famiglie cooperative contano 362 punti vendita presenti in 154 comuni trentini (su 156). I due terzi (231) sono l'unico esercizio del paese. 161 hanno funzione di multiservizi, e 85 di questi sono considerati di interesse economico generale (Sieg). All'aumento del fatturato (+10,7%) corrisponde purtroppo una contrazione del risultato netto, che complessivamente si ferma a 1,6 milioni di euro (-1,4 sull'anno precedente) sommando utili e perdite delle cooperative. Sul risultato hanno inciso i costi energetici (+ 6 milioni di euro) e materie prime. Più della metà delle cooperative è in perdita.
Questa è la realtà del settore, una galassia di negozi distribuiti equamente in ogni valle del Trentino, spesso molto piccoli, tanto che la metà è sotto i 150 metri quadri di superficie. Il 51% dei punti vendita fattura meno di mezzo milione di euro, il 12% del totale; 28 punti vendita fatturano più di 3 milioni, il 46% del totale. "Famiglie" che continuano a scommettere sulla sostenibilità e sul servizio alla collettività, nonostante i valori economici non siano sempre dalla loro parte. Nell'ultimo anno, complicato dalle bollette energetiche impazzite e dall'inflazione, le vendite sono cresciute e stanno ancora crescendo (+10,4% anche nel primo quadrimestre 2023), tuttavia il margine è eroso dai costi, soprattutto di energia e materie.
«Siamo un sistema a rete importante per il Trentino - ha affermato il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni - e dobbiamo impegnarci tutti a preservarlo anche in futuro. Soprattutto i piccoli negozi sono fondamentali per mantenere la vita in montagna, troviamo il modo di coinvolgere i soci, le pubbliche amministrazioni e gli attori cooperativi come le Casse Rurali per valorizzare il loro ruolo e garantirne la sostenibilità economica». «Un bilancio con luci e ombre - ha proseguito la vicepresidente Paola Dal Sasso - a causa dei maggiori costi energetici e materie prime che hanno messo a dura prova la sostenibilità economica sul 2022, a cui si aggiunge per il 2023 l'incremento importante dei tassi di interesse e il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro. Per stare vicino ai nostri clienti abbiamo cercato di non far pesare completamente i maggiori costi e il carico dell'inflazione sul prezzo finale, e questo si è fatto sentire soprattutto sui bilanci delle cooperative in zone più concorrenziali. La ripresa del turismo invece ha portato vantaggi ai negozi che si trovano in aree frequentate dagli ospiti».