Esenzione prima casa bocciata dalla Consulta, la Provincia si difende: «Trentino virtuoso»
La Giunta: «Anche grazie ai meccanismi previsti, siamo un esempio nella riqualificazione e nel riuso del patrimonio edilizio esistente»
LA CORTE «La Costituzione non tollera trattamenti di favore. La Provincia faccia una riforma»
TRENTO. “Alla sentenze si guarda con grande rispetto, cogliendone gli spunti per migliorare. Ma è bene precisare che la questione su cui la Corte costituzionale si è espressa investe un insieme di politiche il cui obiettivo è plurimo: garantire opportunità e strumenti a chi decide di continuare a vivere in un territorio bellissimo ma al tempo stesso difficile come quello di montagna, rispettare l’ambiente e non da ultimo creare condizioni di solidarietà sociale”.
La giunta provinciale di Trento commenta così la sentenza della Corte costituzionale che, in riferimento all’esenzione del contributo di costruzione per la prima casa prevista dalla legge provinciale 15 del 2015 chiede all’Amministrazione di rivedere sistema provinciale delle esenzioni dal contributo di costruzione. “La normativa provinciale – si legge in una nota della Provincia di Trento – prevede tra l’altro esenzioni dal contributo di costruzione anche in relazione ad interventi di recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente. Secondo la Corte il sistema dovrebbe essere orientato alla tutela di altri principi costituzionali per evitare di creare inutili privilegi”.
“In realtà - osserva la Giunta - il nostro territorio è un esempio virtuoso soprattutto in termini di riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio esistente e questo perché l'incentivazione è stata resa possibile anche grazie alla previsione di meccanismi di esenzione dal contributo di costruzione. Ritenendo intatta la propria competenza in materia di urbanistica ed edilizia, nel tempo esercitata con profondo senso di responsabilità e rispetto del territorio, la Provincia avrà comunque cura di analizzare nel dettaglio quando prescritto dalla Corte allora scopo di migliorare la strumentazione adottata salvaguardando i principi alla base della legge a suo tempo approvata dal Consiglio provinciale”.