IL CASO

Enpa, su lupi e orsi basta campagne d'odio

L'ente nazionale protezione animali prende posizioni dopo la manifestazione andata in scena in piazza Dante a Trento



TRENTO. «Basta campagne d’odio contro i grandi predatori del Trentino, basta terrorismo psicologico. Invece di fomentare paure senza fondamento, motivate solo dall’esigenza di agevolare i rimborsi e di spianare la strada alle fucilate, Coldiretti spinga i suoi associati ad adottare quelle buone pratiche che nei fatti hanno dimostrato di prevenire le predazioni. Metodi che vanno dal ricovero notturno ai cani da guardiania, alle recinzioni mobili. Ma gli allevatori devono anche e soprattutto essere fisicamente vicini ai loro animali; i quali non devono essere in alcun modo abbandonati a loro stessi». L’Ente Nazionale Protezione Animali replica così alle dichiarazioni diffuse oggi dall’associazione degli agricoltori.

«Coldiretti descrive uno scenario postbellico con un territorio occupato manu militari da qualche decina di lupi e di orsi. I quali, addirittura, impedirebbero alle famiglie di uscire di casa. Immaginiamo – prosegue Enpa - decine di migliaia di persone, in questi caldi giorni d’estate, barricate nelle loro abitazioni, porte e finestre sprangate, per paura di essere di imbattersi in un lupacchiotto o in uno dei figli di Daniza. Naturalmente, l’associazione degli agricoltori si guarda bene dal ricordare che l’ultima aggressione di un lupo ad un uomo risale agli anni di Napoleone Bonaparte».

Lupi, orsi e altri selvatici sono un patrimonio collettivo che, se utilizzato a fini del turismo, anche naturalistico, può produrre una grande ricchezza. «Tra l’altro – conclude Enpa – i lupi possono essere grandi alleati degli agricoltori perché, con la loro presenza, tengono sotto controllo le popolazioni dei cinghiali. Insomma, Coldiretti ha ben poco su cui recriminare».













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