Emigrati trentini, minoranze all’attacco sulla mancata attuazione della legge
«Una trovata propagandistica la proposta di Fugatti di pagare i corsi di italiano ai figli degli emigrati trentini, mentre si impegna attivamente per non far funzionare la consulta per l'emigrazione»
TRENTO. Nelle ore scorse le minoranze del Consiglio provinciale di Trento (nello specifico, i consiglieri Marini, Demagri, Zanella, Dallapiccola, Coppola, Manica e Olivi) hanno presentato un'interrogazione congiunta per chiedere conto di quali siano le motivazioni della mancata attuazione della legge riguardante gli emigrati trentini, il tutto anche prendendo spunto dalle recenti dichiarazioni del presidente Fugatti riguardo ai corsi di italiano per riportare i figli dei trentini all'estero a lavorare nella nostra Provincia.
Il consigliere provinciale del M5S Alex Marini commenta in una nota la vicenda: "Visto che la campagna elettorale per qualcuno non è mai finita, in questi giorni il presidente della giunta provinciale Fugatti si è lasciato andare ad una trovata propagandistica ad effetto: pagare i corsi di italiano ai figli degli emigrati trentini, così che tornino in Provincia a lavorare. L'idea dei corsi per conoscere la nostra lingua di per sé andrebbe anche bene, aiuterebbe a mantenere i legami fra le giovani generazioni di emigrati e il Trentino. Difficile però credere che, corsi o non corsi, vogliano venire in massa a lavorare da noi, specie in considerazione degli ultimi dati sugli stipendi, che dimostrano come dopo 5 anni di cura Fugatti le retribuzioni dei trentini siano rimaste al palo. La questione sollevata è dunque pretestuosa, perfettamente in linea con la tipica propaganda leghista, il che non sorprende nessuno. A sorprendere semmai è la faccia tosta del presidente, che fa di queste boutade e al tempo stesso si impegna attivamente per non far funzionare la consulta per l'emigrazione trentina".
Marini sottolinea come ci sia una profonda discrepanza fra le parole e le azioni della giunta Fugatti: "L'ultimo esempio della cattiva gestione del rapporto con i trentini all'estero e con le persone e le associazioni che li rappresentano risale addirittura a giovedì scorso, quando, senza spiegare né come né perché, l'ufficio emigrazione dell'Umst Coordinamento Enti Locali, Politiche territoriali e montagna, faceva saltare i lavori della Conferenza dei Consultori che si era svolta nel corso della settimana previsti per venerdì. "Casualmente" si trattava dell'unica giornata nella quale i Consiglieri provinciali avrebbero potuto confrontarsi con i consultori per l'emigrazione, visto che la conferenza era stata prevista in concomitanza col Consiglio provinciale, rendendo impossibile una partecipazione esaustiva ai lavori da parte dei rappresentanti della Provincia di Trento. Allo stesso modo, e in maniera se possibile ancora più grave, venivano escluse dal confronto anche associazioni come Trentini nel Mondo e l'Unione delle Famiglie Trentine. Non si è però trattato di una novità. Nei fatti la maggioranza provinciale ha operato per tutta la legislatura in modo da ridurre al minimo i rapporti con i trentini all'estero, anche disapplicando le norme stesse. A fronte di tutto questo l'opposizione ha dunque presentato un'interrogazione al Consiglio provinciale con lo scopo di fare emergere la pessima gestione provinciale delle istituzioni e dei canali che dovevano occuparsi di mantenere vivo il rapporto con i trentini all'estero e con i loro discendenti", si legge ancora nella nota.