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Emergenza bostrico, l'obiettivo è rimboschire altri 200 ettari di foresta nel 2023

Prosegue la strategia di contenimento promossa dal Servizio foreste della Provincia autonoma di Trento



TRENTO. Di fronte all'epidemia di bostrico tipografo che anche i boschi del Trentino stanno vivendo, prosegue la strategia di contenimento promossa dal Servizio foreste della Provincia autonoma di Trento.

L'insetto attacca le piante di abete rosso formando piccoli fori e si inserisce nello strato compreso tra la corteccia e il legno, il floema, che presiede ai flussi di linfa della pianta. Il bostrico - precisa una nota della Provincia autonoma di Trento - è sempre stato presente nei nostri boschi: in situazioni ordinarie, di tipo endemico, rappresenta un regolatore degli ecosistemi, attaccando le piante più deboli, ma risparmiando quelle sane. La tempesta Vaia ha messo a disposizione del bostrico enormi quantità di materiale legnoso diffuso, morto o in condizioni di stress, causando il passaggio in molte aree della provincia da una situazione endemica ad una situazione epidemica.

Tale differenziazione ha importanza anche ai fini delle possibilità di contenimento e di lotta, che sono sostanzialmente diverse. In caso di forti pullulazioni non esistono infatti misure di lotta veramente efficaci e la durata effettiva dell'epidemia dipende dall'andamento stagionale, più o meno favorevole al ciclo di vita dell'insetto, e ai naturali meccanismi di riequilibrio delle sue popolazioni. Per questo il problema si sposta sulle modalità di recupero del legname colpito, sull'evitare la creazione di nuovi margini nel bosco con tagli di materiale fresco, creando punti critici per l'ulteriore diffusione dell'insetto, sulla mitigazione dei danni e soprattutto sulle misure da adottare per il ripristino dei soprassuoli danneggiati.

Nel corso del 2022 sono stati rimboschiti oltre 200 ettari di bosco danneggiato, con la messa a dimora di circa 400 mila piantine, mentre una superficie equivalente verrà rimboschita nel 2023 con un programma che è destinato a proseguire nei prossimi anni. Va detto che le modalità stesse con cui viene eseguita questa operazione possono condizionare la resistenza futura delle foreste all'insetto. Già adesso si può constatare infatti come i boschi formati da specie ed età diverse siano più resistenti alla diffusione del bostrico e, in caso di attacco, vengano danneggiati meno gravemente, per cui anche per prevenire 'pullulazioni' future, abbastanza probabili con l'innalzamento delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici, la creazione di boschi misti attraverso i rimboschimenti e la selvicoltura rappresenta la principale misura di prevenzione.













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