IL GOVERNO CONTE

Ecco il nuovo Dpcm: Natale blindato, si torna a scuola (al 75%) dal 7 gennaio

A Natale, Santo Stefano e il primo gennaio saranno anche vietati gli spostamenti da un comune all'altro



ROMA. Il governo blinda il Natale e va al nuovo scontro con le Regioni imponendo il divieto di spostamento anche tra i Comuni per il 25 dicembre, Santo Stefano e Capodanno.

Una misura "ingiustificata" dicono i presidenti in rivolta, secondo i quali si viene a creare una disparità di trattamento tra chi abita in una grande città e i milioni di italiani che vivono invece nei piccoli comuni.

Ma lo scontro è anche nel Pd, con 25 senatori che chiedono al premier Giuseppe Conte di rivedere le "misure sbagliate" e il segretario Nicola Zingaretti che ribadisce la necessità di "misure rigorose".

Vince dunque la linea dei rigoristi nel giorno in cui l'Italia registra purtroppo il record di vittime per Covid dall'inizio della pandemia, 993 in 24 ore.

Il decreto legge "cornice”, già in vigore, e il Dpcm valido dal 4 dicembre fino al 15 gennaio, contengono tutte le restrizioni già annunciate nei giorni scorsi e nessuna delle “concessioni” che erano state ipotizzate o chieste dai governatori.

Niente centri commerciali aperti nei fine settimana e nei festivi, ristoranti chiusi la sera, niente sci fino al 7 gennaio, quarantena per chi viene dall'estero.

Ma è sulle misure previste dal 21 dicembre al 6 gennaio che si è acceso lo scontro più duro.

Chi va all'estero dovrà poi rimanere due settimane in quarantena, chi decide di passare l'ultimo dell'anno in albergo dovrà cenere in camera ma soprattutto non ci si potrà muovere dal proprio Comune a Natale, Santo Stefano e Capodanno, giorno questo in cui anzi il coprifuoco sarà posticipato dalle 5 alle 7.

Unica concessione, l'apertura dei ristoranti a pranzo il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio, anche se il divieto di muoversi sarà comunque un ostacolo.

"Sugli spostamenti non si cambia nulla" ripetono fonti di governo anche se saranno le Faq di palazzo Chigi a chiarire quali saranno le "situazioni di necessità" che consentano di uscire dal proprio comune. Tra queste, molto probabile ci sia la possibilità di raggiungere gli anziani soli.

"C'è stupore e rammarico per il mancato confronto", attaccano le Regioni sottolineando che il metodo utilizzato dal governo "contrasta con lo spirito di legale collaborazione" tra istituzioni e impedisce di arrivare a "soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento e il contesto di relazioni familiari e sociali tipiche" del Natale.

I governatori criticano anche il fatto che né nel decreto legge né nel Dpcm si faccia riferimento ai ristori promessi per le attività costrette a chiudere. Il divieto di andare da un comune all'altro è una "limitazione ingiustificata e lunare" dice Attilio Fontana mentre Luca Zaia chiede "quale tecnico sanitario abbia avallato una cosa del genere".

E se il presidente della Liguria Giovanni Toti definisce quello del governo un comportamento "scorretto" che "mortifica i sacrifici dei cittadini", quello della Valle d'Aosta Erik Lavevaz parla di una misura "iniqua" e Massimiliano Fedriga di "disparità di trattamento" tra chi abita in una grande città e chi invece nei piccoli comuni.

Una posizione condivisa da Matteo Salvini. "Il governo non conosce l'Italia e i suoi ottomila comuni e divide le famiglie - accusa il leader leghista - Un conto è abitare a Milano o Roma, un altro è essere residente dei 5.495 comuni che hanno meno di 5mila abitanti e che spesso hanno figli e genitori, nonni e nipoti, divisi da una manciata di chilometri".

Ai governatori risponde Boccia ribadendo che coprifuoco e limitazione alla mobilità sono punti "inamovibili": è "incomprensibile - afferma il ministro - "il loro stupore. Le norme sono state discusse in due riunioni durate 7 ore".

Una crepa si apre però anche nel governo. Le ministre di Italia Viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti avrebbero chiesto che il verbale del Cdm registri la loro netta contrarietà alla misura e 25 senatori del Pd, molti vicini all'ex leader Matteo Renzi, chiedono di modificare la norma rendendo possibili i ricongiungimenti familiari a Natale. E' una misura "sbagliata" dice il capogruppo Andrea Marcucci, rivolgendosi direttamente al premier.

A stoppare la fronda è pero il segretario Nicola Zingaretti: con mille morti, "rifletta chi non capisce quanto è importante tenera alta l'attenzione con regole rigorose". Una sponda a Conte che arriva anche dai sindaci, con il presidente dell'Anci Antonio Decaro che invita il governo a "non dare segnali di allentamento".

Non c'è stato al momento scontro, invece, sul ritorno a scuola dei ragazzi delle superiori. Dal 7 gennaio saranno in presenza al 75% e nel frattempo partirà un tavolo con i prefetti per affrontare il problema irrisolto da settembre, quello dei trasporti. Nella bozza del Dpcm era al 50% ma, dicono dall'Istruzione, su sollecitazione della ministra Lucia Azzolina si è arrivati al 75%.













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