TRAFFICO

Dopo Pasqua l’Austria chiude ancora ai Tir 

Martedì e giovedì a Kufstein ne passeranno solo 300 l’ora. Morandell (Apa): così si blocca l’economia



BOLZANO. C’era da attenderselo, e puntualmente è stato confermato ieri mattina: dopo pasqua, e segnatamente martedì 3 e giovedì 5 aprile, a partire dalle 5 del mattino il Tirolo rinnoverà il blocco del traffico pesante lungo l’autostrada della valle dell’Inn.

A Kufstein potranno entrare non più di trecento Tir all’ora. E non è finita qui, perché il capitano del Tirolo Günther Platter ieri ha anche confermato: entro l’anno l’Austria attuerà almeno altri 22 blocchi. In particolare, in questo frangente si intende regolare il traffico martedì, dopo tre giorni festivi, perché si teme, anzi, si è sicuri che ci sarebbe un’esplosione di transiti pesanti. E siccome non si vuole penalizzare la popolazione locale, intasando entrate e uscite autostradali, si chiude o meglio si contingenta.

«Ribadendo il massimo rispetto per la tutela ambientale ed acustica, bisogna ricordare che simili decisioni vanno letteralmente a bloccare i circuiti economici», afferma il presidente dei Trasportatori di merci dell’Apa Elmar Morandell. «In tal modo non solo si penalizzano le esportazioni, bensì si paralizzano gli autisti. Questi ultimi sono costretti ad attendere per ore con il loro camion prima di poter finalmente ripartire».

Secondo Morandell, il blocco alternato rappresenta un passo indietro ai tempi precedenti all’accordo di Schengen. «Allora i controlli alla dogana avevano quantomeno un senso», aggiunge il presidente. «Sono convinto che insieme si possano trovare altre soluzioni e strade per migliorare la situazione del traffico».

Il suo appello alla politica altoatesina e del Tirolo è quello di riflettere sugli effetti del fermo per i mezzi pesanti. Proprio in un momento nel quale l’economia è finalmente ripartita, non si dovrebbe infatti frenarla con simili decisioni. «In questo modo si eviterebbe anche che i beni trasportati diventino più cari per il consumatore finale a causa degli elevati tempi di fornitura», conclude Morandell.













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