Dona le cellule staminali e salva la vita a un ragazzo: l’incontro sei anni dopo
Così la scelta di Hannes Weissensteiner, imprenditore altoatesino, ha cambiato l’esistenza di Ethan Wattleworth. Il 19enne americano: «Sono sopravvissuto grazie a te»
BOLZANO. «Sono sopravvissuto grazie a te». Cinque parole scritte da un ragazzo di Chicago di 19 anni su un foglio di carta che ha oltrepassato l'oceano, per chilometri e chilometri, ed è arrivato in mano a un uomo di 41 anni, di Bolzano.Otto anni fa grazie alla donazione delle sue cellule staminali Hannes Weissensteiner, altoatesino, ha salvato la vita ad Ethan, americano. Nella giornata di venerdì 31 gennaio i due si sono incontrati. Per la prima volta. E venerdì, anche cinque parole sarebbero state superflue, è bastato uno sguardo e poi si sono sciolti uno nell'abbraccio dell'altro. Quei minuti, durati un'eternità, hanno raccontato la gratitudine, la gioia, l'altruismo.
L'appuntamento - riporta La Tribuna di Treviso - era fissato alle 12 nel campus "Cimba" di Pieve del Grappa, dove Ethan Wattleworth studente della University of Iowa, sta frequentando un trimestre. Un luogo facilmente raggiungibile anche da Hannes Weissensteiner, un imprenditore, docente e consulente aziendale residente nel capoluogo altoatesino. «È stato molto emozionante, c'è stato solo un lungo e intenso abbraccio», racconta Hannes.
Il racconto del 19enne
Tra diverse centinaia di donatori, solo le cellule di Hannes erano perfettamente compatibili con quelle del ragazzo e se oggi Ethan è vivo lo deve completamente a Hannes. Perché senza il trapianto sarebbe morto. «Quando avevo circa 13 anni, mi è stato diagnosticato un raro disturbo del sangue chiamato anemia aplastica», racconta il diciannovenne, «è una malattia estremamente rara in cui il midollo osseo non produce abbastanza globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Il mio caso era grave e ho dovuto essere ricoverato immediatamente al Lurie Children's Hospital di Chicago. Ho dovuto sottopormi alla chemioterapia. Uno dei momenti più difficili è stato quando i medici mi hanno detto che avevo bisogno di un trapianto di cellule staminali: trovare un donatore compatibile può richiedere molto tempo. Nessuno della mia famiglia è risultato compatibile. Eravamo disperati». Poi è successo qualcosa di incredibile: «Un donatore, Hannes, è entrato nel database e, nel giro di sole due settimane dalla registrazione - spiega ancora Ethan - è stato identificato come una corrispondenza perfetta per me. Lui non ha esitato quando è stato contattato. Senza sapere chi fossi, ha accettato altruisticamente di donare le sue cellule staminali. E non è stato facile: ha dovuto sottoporsi ad un'operazione che ha richiesto alcuni giorni di degenza. Sono ancora sbalordito dal suo sacrificio e dalla sua generosità. Averlo potuto incontrare è stato un sogno, lui è il mio eroe».
L'amico di Berlino
Il giovane americano aveva scritto anche una lettera ad Hannes. «Si concludeva con queste parole: "Sono sopravvissuto grazie a te", ho pianto per 30 minuti di fila. Quella frase ha un significato enorme per me, è la mia principale fonte di motivazione nei momenti difficili», racconta l'altoatesino. È diventato donatore in modo casuale: «Un amico a Berlino mi ha incoraggiato a farlo mentre bevevamo una birra, e ho deciso di iscrivermi senza pensarci troppo. Poi tutto è successo molto velocemente. Guardando indietro, è stata una delle decisioni più importanti della mia vita», conclude Hannes Weissensteiner.