Diocesi, il bilancio torna in attivo dopo 6 anni: 75 milioni di patrimonio
I numeri della Curia trentina: 1,3 milioni di attivo. Aumentano i ricavi: 12,6 milioni, la maggior parte dal patrimonio immobiliare (+128%)
TRENTO. Dopo sei anni in perdita, l'Arcidiocesi di Trento chiude il bilancio 2023 in attivo di 1.302.717 euro, un significativo miglioramento rispetto al 2022, chiuso con un segno meno di 1,7 milioni. Il dato - si apprende - comprende anche gli otto enti afferenti: fondazione Caritas diocesana, Seminario, fondazione Fraternitas, Casa del clero, Museo diocesano tridentino, Vita Trentina editrice, fondazione Causa pia Battisti e collegio Arcivescovile.
Il risultato economico mostra 12.654.577 euro di ricavi e 11 milioni di costi, a cui si aggiungono 351.183 euro di imposte sul reddito. Rispetto all'anno precedente, i ricavi totali aumentano di 2.051.467 di euro (+19,3%), soprattutto per la componente finanziaria (+99%) e quella immobiliare (+128%). Tra i ricavi le fonti più rilevanti sono rappresentate dalla gestione del patrimonio immobiliare (34,3%), dai contributi Cei (16,3%), ricavi finanziari (14,2%), contributi da enti e privati (14,1%). I costi complessivi diminuiscono di 966.749 euro (-8,1%); il costo del lavoro rappresenta il 30,8% dei costi totali, quelli di struttura il 25,6%, i costi di gestione degli immobili il 39,4%.
Sul versante patrimoniale, le immobilizzazioni, al netto degli ammortamenti, rappresentano l'80% del totale attivo di 105.045.754 euro e sono dovute per 28,5 milioni (-11%) a terreni e fabbricati strumentali e per 24,1 milioni (-1%) a terreni e fabbricati non strumentali. Le immobilizzazioni di natura finanziaria sono pari a 30 milioni (+3%), di cui 27 milioni sono relativi al 21,7% del capitale dell'Istituto di sviluppo atesino (Isa). Il patrimonio netto dell'Arcidiocesi si attesta a 75,2 milioni di euro (+2%). Per l'arcivescovo Lauro Tisi i numeri del bilancio vanno "letti tenendo sullo sfondo le principali coordinate dell'impegno pastorale della Chiesa e le sue priorità".