Dai lamponi alle viti con il sogno del TrentoDoc
Filippo Sadler, 24 anni, punta sui vigneti nella frazione di Brenta
BRENTA. Anche la storia che andiamo a raccontare oggi, è quella di un giovane che per passione ha scelto di fare l’imprenditore agricolo. Una passione che aveva fin da ragazzino tant’è che il padre lo ha iscritto al corso quadriennale della scuola professionale di San Michele all’Adige, dove dopo quattro anni si è diplomato come tecnico imprenditore agricolo in frutti-viticoltura.
Parliamo di Filippo Sadler, un giovane di 24 anni, abitante nella frazione di Brenta comune di Caldonazzo. È partito da zero, vista l’opportunità che un imprenditore agricolo di Caldonazzo gli ha offerto, prendendo in affitto un appezzamento di 2500 metri quadrati coltivati a lampone rifiorente. La varietà messa a dimora è la Ofelia, una varietà tardiva tant’è che comincia a maturare ai primi di settembre ed il raccolto si protrae per circa 50 giorni, stagione permettendo.
Si tratta di un impianto coperto anche con il telo anti-drosophila, e le piante che fornisce la Sant’Orsola, provenienti dall’Olanda, vengono rinnovate ogni anno in quanto appena terminato il raccolto vengono estirpate dai vasi: siamo in presenza di un impianto fuori suolo e alla primavera successiva l’impianto viene rifatto.
La produzione media è sui venti quintali e il prezzo medio pagato dalla cooperativa Sant’Orsola, l’ultimo anno è stato di 8,5 euro al kg. E per il futuro? L’intenzione di Filippo è quella di proseguire con i lamponi aggiungendo eventualmente le more che hanno un forte potenziale produttivo.
Ma l’attenzione maggiore di Filippo, è quella della viticoltura, sulla collina di Brenta, proprio là dove nel 1902 il grande Giulio Ferrari, ha prodotte le prime uve da trasformare in quella base spumante che da subito ha permesso di produrre delle bollicine di qualità eccezionale.
Per ora ha solo 2500 metri quadrati di vigne sulla collina di Brenta, ma un po’ alla volta ha comperato una serie di piccole particelle che gli hanno permesso di avere un ettaro di vigneto in un blocco unico. Obiettivo di Filippo, è quello di piantarlo tutto in vigneto delle varietà Chardonnay e Pinot Nero, da utilizzare come base spumante. Pensava di farlo già quest’anno ma la primavera troppo piovosa ha impedito di fare le bonifiche necessarie per poter piantare le vigne, per cui provvederà il prossimo anno. Ma non intende fermarsi a questo: a Centa San Nicolò ad un’altitudine di oltre 900 metri sul livello del mare, paese da dove proviene il papà, possiede un ettaro e mezzo di prati che nei progetti di Filippo vede trasformati anche questi in vigneto nei prossimi anni.
Ma perché la scelta? «Innanzi tutto per passione e poi per l’opportunità offertami di prendere in affitto i 2500 metri di lamponi». Lo scorso dicembre dopo l’apertura della partita IVA, ha fatto domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento, premio che gli è stato concesso e che ora è in fase di liquidazione. Con questo aiuto intende acquistare altri 5000 metri di terreni incolti sempre sulla collina di Tenna, sopra Brenta per ampliare i suoi vigneti. Da subito è titolare dell’azienda, ed il padre che ha fatto il frigorista al Consorzio Frutta di Levico per oltre 30 anni, ora è andato in pensione gli dà una mano preziosa, perché lui fa anche qualche ora di lavoro presso un’altra azienda viticola.
Filippo Sadler, ha anche un grande sogno nel cassetto, quello di farsi a Brenta, una sua cantina per le proprie uve per trasformale di Trentodoc. Alla domanda se è pentito della scelta, netta la risposta: «Assolutamente no! Sono contento della mia scelta, che rifarei, anche se sono cosciente che per me i prossimi anni saranno in salita perché molti impianti di viti li devo ancora fare e prima entrare in produzione passa qualche anno. Ma io ho fiducia nel futuro perché parto da un prodotto base eccellente».
Filippo è un giovane con grande rispetto per l’ambiente, ad esempio nel settore trattamenti fa solo quelli indispensabili, e per i lamponi che sono coperti sono veramente pochi, ma anche per le viti si limita all’indispensabile. Per ora non ha pensato alla trasformazione in biologica dell’azienda, ma ciò non toglie nulla al mio impegno sul fronte della tutela dell’ambiente, precisa. Trova il tempo per impegni nel sociale? «Attualmente no, ma in passato facevo parte della squadra del Dragonbot di Caldonazzo ma ora no. Mi rimane solo il tempo l’inverno per praticare lo sciialpinismo che mi piace molto».
A Caldonazzo i giovani imprenditori agricoli sotto i 40 anni saranno circa una quindicina, ed abbiamo una buona intesa. Sentimentalmente è legato ad Arianna che di professione fa la parrucchiera a Pergine Valsugana.