Covid: Agenas, terapie intensive quasi vuote, a Trento occupato il 5% dei letti
Valore ancora in calo in tutta Italia dopo settimane oltre 30%
ROMA. Non si arresta il calo delle terapie intensive occupate da pazienti Covid-19, che è solo il 5% di quelle complessivamente disponibili in Italia, dopo aver per settimane superato la soglia di allerta del 30%, ormai da tempo non raggiunta più da nessuna regione.
Dato ancora (parzialmente) più basso per quanto riguarda la regione. In Alto Adige l’occupazione posti per malati Covid è del 2% per i reparti normali e del 2% per le rianimazioni.
In Trentino del 5% per le rianimazione e del 2% per i reparti normali.
Calano, a livello nazionale, al 5% anche i posti occupati da pazienti Covid in reparto, anche in questo caso con tutte le regioni sotto la soglia d'allerta del 40%.
E' quanto emerge dal monitoraggio, relativo al 16 giugno, realizzato dall'Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali).
Si tratta di un nuovo record a ribasso dall'inizio del monitoraggio, ovvero da novembre 2020, e rappresentano un calo, per entrambi i parametri, dell'1% rispetto al giorno precedente.
I dati sono molto significativi se si confrontano con il picco di due mesi e mezzo fa: il 29 marzo, infatti, le terapie intensive Covid erano al 41% e i ricoveri Covid al 44%.
Da allora, grazie all'accelerazione della campagna vaccinale, è iniziata una continua, e finora inarrestabile, discesa.
Questo, nel dettaglio, è ora il tasso di occupazione da parte di pazienti Covid nelle terapie intensive e nei reparti di area medica (malattie infettive, medicina generale e pneumologia) delle varie Regioni e Province autonome: Abruzzo (2% intensive, 4% reparti ordinari); Basilicata (0%, 8%); Calabria (6%, 15%); Campania (4%, 8%); Emilia Romagna (7%, 4%); Friuli Venezia Giulia (1%, 1%); Lazio (9%, 6%); Liguria (5%, 2%); Lombardia (6%, 7%); Marche (4%, 4%); Molise (0%, 4%); PA di Bolzano (2%, 2%); PA di Trento (5%, 2%); Piemonte (6%, 5%); Puglia (4%, 7%); Sardegna (3%, 4%); Sicilia (5%, 9%); Toscana (11%, 3%); Umbria (5%, 5%); Valle d'Aosta (0%, 2%); Veneto (2%, 2%).