Coronavirus, paziente salvato a Bolzano grazie alla tecnologia Ecmo
Il paziente sta meglio ed ora si trova a Vienna per un'altra terapia
BOLZANO. Grazie alla tecnologia Ecmo, introdotta per la prima volta nell'ospedale di Bolzano, è stato mantenuto in vita un paziente Covid con danni polmonari gravi. Ora il paziente è stato trasferito a Vienna per un'ulteriore terapia. La cosiddetta «Ossigenazione Extracorporea a Membrana», abbreviata Ecmo, è un piccolo miracolo tecnico: «Essa viene applicata quando si verificano disturbi gravissimi della circolazione o della funzionalità polmonare che non possono più essere controllati. Il dispositivo pompa continuamente il sangue del paziente attraverso un polmone artificiale, il cosiddetto 'ossigenatore a membranà che garantisce lo scambio di gas - una sorta di piccola macchina mobile cuore-polmoni», spiega Marc Kaufmann, primario del servizio di urgenza ed emergenza medica capo delle operazioni mediche Covid-19.
La tecnica della macchina cardiopolmonare proviene dalla cardiochirurgia ed è utilizzata nella maggior parte nei grandi centri medici, in casi selezionati, per stabilizzare e trattare le emergenze delle funzioni vitali e i pazienti malati gravemente in terapia intensiva.
A Bolzano da pochi mesi ci sono due dispositivi di questo tipo: «L'uso di una Ecmo è molto complesso, non è adatta a tutti i pazienti in terapia intensiva e comporta naturalmente anche alcuni rischi. In singoli casi, tuttavia, è l'unica misura di terapia intensiva che ci rimane per offrire ai pazienti una possibilità di sopravvivenza. I polmoni e la circolazione così possono essere supportati durante questo periodo e la malattia di base può essere trattata ulteriormente».
Nel caso di un paziente che è stato curato per diverse settimane nel reparto di terapia intensiva Covid di Bolzano, è stata l'unica possibilità di salvataggio: dopo gravissime complicazioni dovute al Covid-19, non poteva sopravvivere senza il supporto tecnico Ecmo. Con l'aiuto dell'Ecmo è stato stabilizzato a tal punto, che ieri è stato possibile trasportarlo intensivo all'Ospedale universitario di Vienna. Per Pierpaolo Bertoli, direttore sanitario, questo è un motivo di gioia: «Solo pochi mesi fa, i pazienti con queste complicazioni sarebbero inevitabilmente morti. Oggi, grazie al know-how del nostro personale altamente specializzato e grazie alle più moderne tecnologie, come in questo caso l'utilizzo dell'Ecmo, le persone possono sopravvivere».