L'EMERGENZA

Coronavirus, mamme alla carica: "Assessora Segnana, cosa aspetta a mandarci le baby sitter?"

Dopo l'annuncio di inviare nelle famiglie un migliaio di "assistenti materne" è passato del tempo. E le mamme, che finora se la sono cavata con non poca fatica, devono tornare al lavoro: "Cosa faremo da lunedì? Dovremo portarci i bambini in ufficio o dall'assessora...". Intanto la Provincia valuta la didattica all'aperto



TRENTO. Ieri il presidente della Provincia Maurizio Fugatti è tornato ad annunciare il voucher per pagare le baby sitter del quale aveva parlato in precedenza l'assessora Stefania Segnana. Il problema è che il voucher potrà essere riconosciuto solo per pagare i soggetti accreditati, ovvero un migliaio di educatrici di asili nido e circa 200 tagesmutter, mentre le famiglie che avranno necessità di una baby sitter sono molte, molte di più. Tra gli annunci del governatore anche la possibilità, che la giunta sta valutando, di integrare i congedi parentali governativi.

Mentre si sta anche pensando di sperimentare, per l'estate, la didattica all'aperto sul modello del Nord Europa, con piccoli gruppi di bimbi.

Annunci positivi, d'accordo. Intanto però il tempo stringe. E un gruppo di mamme e genitori ha già scritto una lettera aperta all’assessora Segnana in cui chiede di intervenire subito. Una di loro spiega: "Ho due figli piccoli e finora me la sono cavata lavorando a distanza, prendendo ferie e permessi. Ora mio marito è tornato a lavorare e anch'io dal 4 sarò in ufficio. Cosa farò lunedì prossimo? O mi porto i bimbi al lavoro o davanti all'assessorato della Segnana...".

Ma ecco il testo della lettera aperta.

.«Ad una sola settimana dall'inizio della Fase 2, che prevede la riapertura della maggior parte delle attività e che comporterà il rientro al lavoro di entrambi i genitori, che fino ad ora avevano fatto i salti mortali per cercare di portare avanti la gestione dei figli e dell'attività lavorativa (in smart working, per i fortunati che potevano, e turnando tra le cure di mamma e papà), niente ancora è stato avviato relativamente a questo tanto atteso annuncio: né i Patronati e servizi di assistenza fiscale (che dovrebbero supportare le famiglie nella redazione dei contratti? - mica le assumeremo "in nero" queste baby sitter...), né le stesse Cooperative che gestiscono i servizi educativi (che supponiamo dovrebbero mettere a disposizione il loro personale educativo), né le Organizzazioni sindacali (senza il loro benestare solitamente nulla si muove..) hanno ricevuto alcuna informazione / disposizione. Ci chiediamo quindi come sia possibile per le famiglie, entro lunedì prossimo, 4 maggio, arrivare ad attuare le varie fasi del processo: visionare l'"albo" delle baby sitter "certificato" dall’assessora Segnana; conoscere la "propria" baby sitter e farla conoscere ai propri bambini; attivare il contratto di assunzione; partire di casa il 4 maggio per recarsi al lavoro in uno stato di tranquillità mentale tale da poter lavorare. Accanto al discorso del "baby sitting", ci interroghiamo inoltre sulle modalità con cui è stata gestita-non gestita questa delicata situazione: i diritti dei nostri bambini, di cui tanto si discute in tutte le realtà educative, sono sono stati accantonati per chissà quanto tempo e con chissà quali conseguenze. Già, conseguenze, perché da un giorno all'altro senza neanche troppo preavviso, il Covid-19 ha invaso l'esistenza di tutti, per i più piccoli le routines di cui tanto necessitano per orientarsi nelle loro giornate sono state spazzate via per lasciare il posto ad altri ritmi; se nelle prime settimane la compagnia di mamma e papà poteva essere un'esperienza di relazione entusiasmante, con il passare dei giorni il confronto tra pari risulta essenziale, essendo, l'interazione una predisposizione innata».













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