GIUDICE DI PACE

Contesta il telelaser e "salva" la patente

Sfrecciava ben oltre il limite dei 70 chilometri all’ora in Val di Fiemme ma i suoi avvocati hanno verificato la «tolleranza» del telelaser. E hanno vinto



TRENTO. È la fine di novembre quando, al volante della macchina, un uomo percorre la provinciale 232 della val di Fiemme, a velocità decisamente sostenuta. Nel comune di Castello Molina, la Stradale aveva fissato una postazione di controllo con il Telelaser, in un tratto dove la velocità massima prevista è quella dei 70 all’ora. Bene, l’automobilista si fa immortalare mentre viaggia a 137 chilometri l’ora. Sottratta la tolleranza del 5 per cento, si arriva alla velocità contestata di 130,15 km l’ora. Quindi supera di 60,15 km l’ora quella consentita rientrando nella previsione più severa dell’articolo 142 del codice della strada. Ci sono gli 829 euro da pagare, la decurtazione di dieci punti, ma soprattutto la sospensione della patente per minimo sei mesi.

In questo caso non si discute se l’infrazione sia stata fatta o meno. Su quello non ci sono dubbi. Ma sono quei 150 metri di differenza fra una sospensione di 6 mesi e una di un mese, che hanno fatto scattare, da parte degli avvocati Nicola Degaudenz e Paolo Dal Rì, i controlli. Controlli sullo strumento utilizzato per rilevare la velocità che, indicato sulla scheda tecnica ha una tolleranza non ai decimali e, soprattutto, un range di errore di due chilometri, in eccesso o in difetto.

E invocando il «favor rei» è stato chiesto al giudice di pace di ricondurre la multa nella fattispecie dell’articolo 9 (sospensione da uno a tre mesi) e non in quella del 9 bis. Tesi che è stata accolta e visto che la sospensione era già stata «patita», l’automobilista ha avuto subito la possibilità di tornare a guidare. Rispettando i limiti previsti dal codice della strada.













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