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Confagricoltura: allarme in Trentino per i rincari delle materie prime

Tra le sfide anche i cambiamenti climatici, le malattie delle piante e il reperimento di manodopera. “Il futuro dell'agricoltura sostenibile nelle mani della ricerca”



TRENTO. Gli agricoltori trentini di Confagricoltura in assemblea lanciano l’allarme sui rincari sulle materie prime dall’energia elettrica, dal metano al gasolio, che hanno scatenato una serie di aumenti che hanno colpito anche il settore primario. Le materie prime e gli imballaggi sono schizzati alle stelle. Gas, petrolio, concimi, fitofarmaci e tutto quello che sono voci di costo destinate a salire ancora. Il settore che per primo ha subito gli effetti è stato quello zootecnico, in particolare per il mangime e l’energia.

“Le nostre aziende agricole - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura del Trentino Diego Coller - si trovano quindi da una parte a subire aumenti dei costi di produzione e dall’altra parte la limitata possibilità di aumentare i prezzi di vendita, in particolare per la GDO.”

Dagli scenari internazionali alle questioni climatiche, l’agricoltura trentina è chiamata a nuove sfide impegnative affrontate ieri (1 giugno) dall’Assemblea annuale riunita alle Cantine Ferrari di Trento con i delegati in rappresentanza delle oltre 2200 aziende agricole associate, imprese che rappresentano più del 25% della superficie frutticola e viticola della Provincia di Trento. Le associazioni di Confagricoltura rappresentano un fatturato che può essere stimato attorno ai 110 milioni di euro e un totale di 1500 occupati.

“Siamo consapevoli - ha ribadito il presidente dei Confagricoltura del Trentino Diego Coller - che a fare la differenza sarà soltanto la qualità e il legame con il territorio, obiettivi da perseguire con la ricerca e l’applicazione delle nuove tecnologie. Importanti istituti di ricerca, FEM in primis, accompagnano l’agricoltura in questa direzione”

Azioni mirate, per difendere il ruolo delle aziende agricole, impegnate in problematiche che minano la coltivazione dei campi: le malattie fungine, gli insetti (soprattutto quelli che arrivano da altri paesi come la cimice asiatica e la drosophila) patologie come Flavescenza, Scopazzi del melo e Colpo di Fuoco.

“Fem affronta le grandi sfide poste all’agricoltura ed al paesaggio dai mutamenti ambientali e socioeconomici del nostro tempo agendo sui fronti critici della sicurezza e qualità alimentari da un lato, e della sostenibilità ambientale ed economica delle produzioni agrarie dall’altro – precisa il presidente di Fem Mirco Maria Franco Cattani - Declinando anche le specificità locali attraverso interventi mirati sul fronte della ricerca, dell’innovazione tecnologica, della formazione e del supporto tecnico specialistico”

Poi le avversità meteorologiche che negli ultimi anni si sono aggravate, con precipitazioni spesso concentrate, con pericoli anche idrogeologici alternati a periodi siccitosi sempre più lunghi (come questa primavera 2022 e la grandinata insolita di metà maggio).

A propositivo di gravità atmosferiche Coller ha subito evidenziato l’importante ruolo del Codipra, il Consorzio di Difesa che in questi anni è riuscito a mettere in campo strumenti che hanno garantito il reddito nel caso di calamità sia per le aziende che per le strutture cooperative.

Ecco allora l’urgenza di potenziare la ricerca scientifica, il ruolo fondamentale della Fondazione Edmund Mach per nuove opportunità colturali, con piante resistenti a patogeni e dunque - come nel caso delle viti - in sintonia con l’equilibrio naturale della zona di coltivazione.

I lavori dell’assemblea hanno affrontato anche altre problematiche, dal reperimento di manodopera, questione questa di grande attualità e urgenza, alla creazione di un “Energy Recovery Fund”, una PAC da ridisegnare, la deroga sulla disciplina degli aiuti di stato per il settore agroalimentare, ma anche una strategia che diversifichi di più le fonti di approvvigionamenti delle materie prime, e non solo.

“In generale la nuova PAC – che tra pochi mesi entrerà in vigore – ha detto il deputato europeo Herbert Dorfmann - sarà più rispettosa dell’ambiente e del clima. Questa è una misura importante, soprattutto per le piccole che aziende agricole nelle zone di montagna. Inoltre, sono particolarmente soddisfatto che anche il sostegno per i giovani agricoltori sarà aumentato”.

Il presidente nazionale Massimiliano Giansanti ha sottolineato più volte che oggi ci troviamo in una situazione estremamente complessa e purtroppo destinata a peggiorare in ragione delle tensioni geopolitiche in atto, situazione che è però anche il risultato di scelte strategiche sbagliate fatte nel passato, che hanno lasciato gli imprenditori agricoli quasi totalmente esposti alle dinamiche di mercato.

E ancora: l’anno entrante è pure momento decisivo per il Pnrr, vale a dire Piano nazionale di ripresa e resilienza. Quasi 240 milioni di euro sono stati assegnati alla Provincia autonoma di Trento, da investire in 6 ambiti ( o missioni ) ben definiti. “Grande opportunità che il PNRR offrirà anche alle aziende agricole trentine, con interventi strutturali e per investire sulle nuove tecnologie, per innovare radicalmente il modo di produrre del mondo agricolo. Grande opportunità per il Trentino per garantire sviluppo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale” – ha detto il vicepresidente della Provincia Mario Tonina.













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