Centro tamponi falsi di Pergine, indagati anche 44 clienti: sequestrati i Green pass
Le accuse ipotizzate sono corruzione, falso e concorso in accesso abusivo a sistema informatico
TRENTO. Ci sono anche 44 ex clienti del centro per i tamponi di Pergine aperto dall'infermiere Gabrielle Macinati fra gli indagati dalla Procura di Trento. Hanno perso il green pass, sequestrato dalla procura, situazione che per molti significa tra l'altro non poter più lavorare. Le accuse ipotizzate sono pesanti: corruzione, falso e concorso in accesso abusivo a sistema informatico.
L’indagine era partita quando i militari della Guardia di Finanza, nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di controllo economico del territorio e sul rispetto delle norme in materia di emergenza epidemiologica, erano stati insospettiti dall’altissimo numero di persone che quotidianamente affollavano il centro per i tamponi di Pergine.
Erano così partiti gli accertamenti investigativi che – spiegava una nota della Finanza – avevano consentito di accertare che “l’infermiere, seppur provvisto della necessaria autorizzazione e del previsto accreditamento per le strutture sanitarie, operava compiendo gravi irregolarità nelle procedure per l’effettuazione, lo sviluppo ed il trattamento dei tamponi e nel conseguente inserimento degli esiti dei medesimi nella banca dati nazionale, da cui si determinava il rilascio delle certificazioni “green pass”, tali da compromettere totalmente l’attendibilità dell’esito del test”.
All’alba del 24 gennaio era scattato l’intervento di Guardia di Finanza e Carabinieri, che hanno eseguito diverse perquisizioni e il sequestro di due ambulatori, a Pergine e a Trento Nord.