Il caso

Cementificio in mezzo ai vigneti, il Comitato torna all’attacco

Il coordinatore Marco Pisoni: «Vogliamo sapere quanta Co2 sprigiona il processo chimico di formazione del cemento». Il nodo dei rifiuti inceneriti



VALLE DEI LAGHI. Il Comitato Salviamo la Valle dei Laghi, che ha come coordinatore Marco Pisoni, noto frutti-viticoltore biodinamico di Pergolese, ha definito un articolato documento per evidenziare ancora una volta le ragioni per opporsi alla riaccensione dei forni del cementificio del Gruppo Heidelberg, nel bel mezzo dei vigneti e dei frutteti della Valle del Sarca.

I frutti-viticoltori della zona assieme ad altre componenti della società sono impegnati da anni nel portare avanti un impegnativo e qualificante progetto per la zona, molto importante anche per il turismo, quello del Distretto Biologico e questa riapertura è considerata come un pugno nello stomaco per chi ha fatto con notevoli sacrifici questa scelta.

Purtroppo per loro, la multinazionale tedesca dispone di tutte le carte per poter partire, ma nonostante questo le popolazioni della valle non demordono e colgono la possibilità offerta loro dalla legge di presentare una serie di osservazioni di carattere tecnico che possano almeno mettere dei paletti molto chiari e precisi entro i quali l’azienda si potrà muovere. Il documento con le richieste sarà presentate alla Provincia nei tempi previsti ossia entro la fine del corrente mese. Il comitato si augura che anche il Comune di Madruzzo faccia altrettanto.

«Le nostre preoccupazioni sono molte», afferma Pisoni, «innanzi tutto il fatto che non ci siano rilevatori Appa  in grado di informarci sul tipo di aria che si respira oggi e di che aria saremo obbligati a respirare non appena la ciminiera del cementificio tornerà a pieno regime. Vorremo conoscere quanta Co2 sprigiona il processo chimico di formazione del cemento oltre che la combustione del carbone e del petrolio che serviranno come carburante per gli alti forni. Ma siamo preoccupati che non vengano usati come carburante anche altri rifiuti di incerta provenienza e che potrebbero produrre anche altre scorie tossiche».

«Noi», afferma Pisoni, «auspichiamo che sia la Provincia a farsi promotrice di una direttiva che imponga alla Heidelberg Cement un sistema di cattura della enorme mole di Co2 che sprigioneranno i forni».  

Per non lasciare nulla di intentato il Comitato ha inviato anche una lettera al sindaco del comune di Madruzzo Michele Bortoli, nella quale vengono sollevati molti dubbi sul contenuto della relazione tecnica riguardante il nuovo impianto e su questi chiede un incontro pubblico per rendere edotta la popolazione.

Nelle richieste alla Provincia il Comitato Salviamo la Valle dei Laghi chiede almeno due controlli all’anno sul cementificio fatti da un organismo terzo sulla corretta taratura del sistema di controllo, e la successiva messa a disposizione dei dati misurati, chiede inoltre un tavolo permanente che possa controllare costantemente il pieno rispetto delle norme che saranno fissate coinvolgendo anche la popolazione della zona con assemblee pubbliche.

Ma rimane sullo sfondo la vecchia questione: quali rifiuti potranno essere inceneriti? Cosa succede se i filtri per qualsiasi ragione smettono di funzionare? Chi fa la taratura della centralina di controllo?

Evidentemente si auspica che l’organismo terzo possa aver accesso a tutte le informazioni che possono garantire la costante tenuta sotto controllo delle emissioni di Co2 per la quale non si sa ancora la quantità che sarà emessa, ma solo per la reazione chimica si parla di 37,5 milioni fi kg annui.

Ci si domanda infine quali sono le distanze rispetto ai corsi d’acqua ed alle coltivazioni particolarmente da quelle biologiche. C.B.













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