Caso legionella, due anziani erano morti al santa Chiara
Era però risultata assente dall'acquedotto pubblico di Andalo. LEGGI LA NOTIZIA: Denunciati per omicidio colposo 8 titolari di alberghi
TRENTO. Le indagini sui casi di legionella erano partite quando la Procura di Trento aveva aperto un fascicolo conoscitivo, affidando gli accertamenti al Nas di Trento, in seguito al contagio di alcuni anziani che avevano soggiornato in Trentino, alcuni deceduti. Due in particolare, di 82 e 84 anni, una volta contratta l'infezione erano stati portati all'ospedale Santa Chiara di Trento e lì erano morti.
Negli stessi giorni il Movimento 5 stelle del Trentino aveva avanzato un'interrogazione «per capire se i gestori della struttura ricettiva in cui si sono verificati gli ultimi due casi di infezione da legionella abbiano adottato le misure preventive disposte dalla normativa nazionale del 2015. Tra gli altri quesiti, chiediamo se anche i gestori delle strutture ricettive dei casi che si sono verificati nel 2017 e nel 2018 abbiano adottato le medesime misure».
La legionella, che nell'agosto scorso aveva fatto ammalare una serie di turisti ad Andalo, in Trentino, era risultata assente dall'acquedotto pubblico. L'avevano certificato gli esiti delle analisi di laboratorio effettuate sui campioni prelevati dall'Apss, l'azienda provinciale per i servizi sanitari. In risposta ai dubbi sollevati da molti cittadini circa la potabilità dell'acqua, l'Apss aveva inoltre evidenziato che «non esiste alcun rischio di contrarre il batterio bevendola, perché la legionella non si trasmette per via orale, ma per via respiratoria».
Come misure di prevenzione aveva consigliato di «tenere la temperatura dell'acqua in caldaia almeno tra i 60 e 70 gradi, di fare scorrere a inizio giornata l'acqua calda non miscelata per almeno due o tre minuti, in particolare nel caso in cui l'impianto fosse rimasto inutilizzato per molti giorni e di mantenere puliti e liberi da incrostazioni terminali di docce e rubinetti».