il punto

Cambiano gli equilibri nel centrodestra trentino: Lega doppiata da FdI. Tace Fugatti, duro Zaia: «Delusione, ma difenderemo l’autonomia»

Sfoghi del popolo del Carroccio sui social: anche Salvini nel mirino (foto Fb)

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TRENTO. Cambiano gli equilibri politici nel centrodestra trentino e nei prossimi giorni si capirà quali saranno le ripercussioni a livello politico. Come nel resto della Penisola, Fratelli d'Italia doppia la Lega: il partito di Meloni in Trentino vola al 25,17% (35.020 voti) contro il 10,55% (14.676 voti) di quello di Salvini e Fugatti, che sul web non commenta. I numeri si ripercuotono sui seggi: a pesare, e molto, nel fallimentare bilancio leghista, la mancata riconferma di due parlamentari come Binelli e Loss: restano a Roma solo Testor e Cattoi.

Chi esterna è il governatore del Veneto Luca Zaia, severo nell’analisi del voto: "Il voto degli elettori va rispettato, perché, come diceva Rousseau nel suo contratto sociale, 'il popolo ti delega a rappresentarlo, quando non lo rappresenti più ti toglie la delega'. E' innegabile come il risultato ottenuto dalla Lega sia assolutamente deludente, e non ci possiamo omologare a questo trovando semplici giustificazioni".

"E' un momento delicato per la Lega - aggiunge - ed è bene affrontarlo con serietà perchè è fondamentale capire fino in fondo quali aspetti hanno portato l'elettore a scegliere diversamente".

Zaia torna poi sul dossier politicamente più importante: "Ciò non toglie - afferma - che temi come l'autonomia restino per noi un caposaldo, sul quale non transigeremo minimamente nei rapporti con il prossimo Governo; questo nel rispetto degli oltre 2,273 milioni di veneti che legittimamente e democraticamente sono andati a votare il referendum" Zaia evidenzia che l'elettorato leghista "ha sempre sostenuto convintamente questa partita, interpretando il proprio voto come un consenso in difesa dell'identità del nostro Veneto".

Le reazioni del popolo leghista a livello nazionale. Ce n'è un po' per tutti, dai vertici ai maggiorenti locali, negli sfoghi che la base leghista veneta affidai ai social dopo il tracollo nel voto. L'espressione più ricorrente, nei commenti postati sulle pagine degli amministratori del Carroccio, è "disastro annunciato", sebbene con varianti, a seconda che sia Matteo Salvini il bersaglio, oppure la classe dirigente locale.

"La sconfitta non ha un solo padre, ma anche tanti figli che hanno pensato a salvaguardare sé stessi infischiandosene di tutto il resto", è uno dei post che compaiono sulla rete dell'arcipelago social leghista. Chi parla di 'disastro', aggiunge: "non avete fatto nulla per cercare di non arrivarci. Dovrete tornare alle origini, con umiltà , impegno e tanti sacrifici. Ma ci vorrà molto tempo prima che ci riconquistiate".

C'è anche chi critica coloro che oggi attaccano il segretario Salvini: "Vi siete pure fatti fotografare con lui sul palco di Pontida", ricorda un militante, che non risparmia "i manifesti nei quali anche Zaia vi era ritratto assieme". "Tutti voi che non avete voluto ascoltare le persone allo stremo - aggiunge un altro elettore - dovreste avere la serietà di chiedere scusa e dimettervi". "Ci voleva poco a capire - prosegue - che la gente è stanca di ipocrisie, del non prender mai posizione per poi dare colpe ad altri per la sanità allo sbando, la sicurezza, la crisi economica. Tutti quelli che hanno una 'carega d oro' data dalla gente e se ne sono fregati di chi li ha votati, si dimettano pure loro con Salvini".

Neppure le dichiarazioni di Salvini, nel punto di stampa di ieri a Milano, hanno convinto alcuni militanti: "La conferenza stampa che ho appena sentito dopo una devastante sconfitta - scrive uno di loro - è un classico con inverosimili scusanti. Salvini ha parlato per mezz'ora senza esprimere alcun concetto, si è ripetuto per continuare a dire nulla". 













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