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Bonus bollette per tutti, anche le Acli contro Fugatti: «Iniquo, va cambiato»

Cgil, Cisl e Uil attaccano: «E’ stata la giunta a rallentare i tempi, questa misura è un insulto ai trentini. Si usino Icef o Isee»

LA MISURA. 180 di sconto senza distinzione di reddito, escluse le seconde case



TRENTO. «Iniqua, poco utile, non rispettosa di chi veramente sta patendo questa situazione di crisi e contraria a qualsiasi logica redistributiva». Anche le Acli trentine scendono in campo contro il bonus bollette da 180 euro senza soglie di reddito (valore 40 milioni di euro) deciso venerdì 16 settembre dalla giunta Fugatti.

Una posizione critica già espressa nelle scorse ore dai sindacati che l’hanno definita un’«iniqua mancetta elettorale».

La giunta ha naturalmente difeso la misura parlando di una scelta dettata da una logica di semplicità e tempestività.

Ma non ha convinto i critici. «I rincari di questo periodo sono il frutto di un sistema che è sfuggito al controllo dei governi per via delle privatizzazioni e per la scelta di affidare alla speculazione finanziaria il prezzo dell’energia», scrivono le Acli trentine in una nota. «Scelte che oggi si ripercuotono ingiustamente sulle imprese, sui lavoratori e sulle famiglie con pesanti conseguenze, specie per gli strati più deboli della società».

«È in discussione la tenuta dell’intero sistema economico e produttivo europeo. Per questo sono necessarie e doverose risorse pubbliche per avviare la riconversione energetica verso fonti rinnovabili e per alleviare il più possibile la pesantissima situazione che riguarda le imprese e le famiglie colpite da una crisi che nulla ha a che vedere con l’economia reale e con la crisi energetica».

«Le misure di intervento pubblico – avvertono però le Acli - devono però tenere conto delle differenze sociali e di reddito che caratterizzano la nostra comunità in quanto, anche pochi euro al mese, possono rappresentare la tenuta o il disfacimento dell’equilibrio economico famigliare all’interno dei nuclei più poveri, meno fortunati e garantiti». Di qui il giudizio sul bonus energetico, «iniquo e non rispettoso di chi è più in difficoltà». «Urge correggere questa misura, urgono maggiori risorse», la conclusione delle Acli.

Intanto Cgil, Cisl e Uil rilanciano le critiche: «La scusa della giunta di voler operare velocemente a discapito dell'equità è risibile. Lo è perché smentita dai fatti. Fin da gennaio infatti, come organizzazioni sindacali, abbiamo sollecitato formalmente la giunta provinciale ad intervenire a sostegno delle famiglie alle prese con inflazione galoppante e caro bollette. A marzo abbiamo avuto una prima risposta interlocutoria ma solo a maggio dopo interminabili settimane di tira e molla la Giunta ha partorito un primo intervento che si è rilevato un flop: solo 17mila famiglie con figli minori hanno ricevuto a giugno il bonus provinciale, dopo aver speso soldi pubblici inutilmente per mettere assieme una piattaforma informatica che se va bene avrà raccolto 500 domande. Tutte scelte della Giunta fatte senza ascoltare il sindacato che chiedeva semplicemente di adottare Icef o Isee, anche con soglie molto alte, per individuare la platea dei beneficiari in modo equo e responsabile», scrivono i tre segretari Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.

«Se fin dall'inizio dell'anno Fugatti avesse deciso di utilizzare un sistema equitativo, Icef o Isee che sia, – incalzano i sindacati – oggi le famiglie avrebbero già beneficiato di un sostegno tempestivo ed equo, calibrato sulle reale capacità di spesa e non a pioggia. Magari si sarebbe potuto agire con sconti in bolletta fin dalla primavera perché come organizzazioni sindacali non abbiamo mai escluso, anzi abbiamo sollecitato l'uso di questo meccanismo. Ma farlo così in modo uguale per tutti premiando anche i più ricchi a fronte dei bisogni crescenti dei ceti medio bassi, è un insulto all'Autonomia e al suo corretto governo. Di più, è un insulto all'intelligenza dei trentini».













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