Benno ha cambiato idea: oggi in tribunale racconta la sua verità
L’imputato ha accolto l’invito dei legali che mirano a contestare la premeditazione: l’obiettivo è far saltare l’impianto accusatorio della Procura. Dopo il primo assassinio il giovane si sarebbe assopito
BOLZANO. Alla ripresa del processo a carico di Benno Neumair, in carcere per aver assassinato i propri genitori gettandone i corpi nel fiume Adige, la difesa è riuscita ad ottenere la piena collaborazione dell’imputato. In sostanza cambia in maniera radicale la strategia che gli avvocati Flavio Moccia ed Angelo Polo intendono seguire nel tentativo di evitare per il proprio assistito una possibile condanna all’ergastolo.
Dopo aver sempre lasciato intendere (con i propri legali) di non voler deporre davanti ai giudici della Corte d’assise, ora Benno ha cambiato idea, forse anche a seguito dei consigli dei consulenti e psichiatri di difesa. Come detto l’obiettivo della difesa è tentare di fare chiarezza sul lasso di tempo intercorso tra l’omicidio del padre Peter e quello della madre Laura. Quella sera del 4 gennaio 2021 dopo aver assassinato il padre (non aggredendolo frontalmente ma avvinghiandolo con un cordino da montagna da tergo per avere più forza) Benno Neumair sostiene di essersi assopito vicino al cadavere. La ricostruzione di quanto accadde realmente quel pomeriggio nell’alloggio di via Castel Roncolo si evince solo dalla confessione dello stesso omicida. Non ci sono riscontri oggettivi ma l’analisi dei tabulati telefonici e della memoria informatica del computer secondo la Procura rivela che il comportamento di Benno non sarebbe stato propriamente quello di una persona sconvolta. L’omicida non avrebbe mai evidenziato un momento in cui avrebbe recuperato lucidità, molto semplicemente - secondo gli esperti della Procura ma anche dei periti d’ufficio - perché la lucidità non l’avrebbe mai perduta. Per tutto il pomeriggio il giovane avrebbe utilizzato il computer, dapprima per visionare due puntate di una serie televisiva di Netflix, poi interagendo per un corso professionale online in materia di sicurezza e formazione professionale. Sino a quando, alle 17.34, fece anche una telefonata all’amica Martina. Il cadavere di Peter Neumair sarebbe stato adagiato vicino alla porta d’ingresso della biblioteca dell’appartamento e fu probabilmente in quei minuti che Benno Neumair avrebbe deciso di eliminare anche la madre non appena fosse rientrata a casa. Al momento del primo reato, hanno scritto i periti d’ufficio, «sono ipotizzabili degli indicatori che danno al suo quadro psicopatologico di base un significato di infermità in senso medico-legale, potendosi configurare una reazione di discontrollo» che avrebbe ridotto grandemente la sua capacità di volere (avendo perso il controllo di sé dopo il presunto violento diverbio di inizio pomeriggio di cui però non c’è certezza). Nelle fasi dell’omicidio della madre, Benno Neumair sarebbe stato invece lucido e perfettamente capace di intendere e di volere.
E’ questa la conclusione contestata dagli avvocati difensori mentre secondo i consulenti della Procura e della parte civile Benno Neumair avrebbe sempre dimostrato, linearità di comportamento e lucidità.Un omicidio - secondo l’accusa - compiuto per evitare che la donna potesse scoprire quanto accaduto.
Laura Perselli sarebbe dunque stata uccisa per evitare che potesse testimoniare mettendo in pericolo il piano di depistaggio delle indagini che Benno aveva messo a punto e che ora sarebbe però pronto a confermare (nell’udienza di oggi, lunedì 5 settembre) ciò che ha già scritto nella confessione scritta sostenendo di essersi assopito dopo il primo omicidio, negando qualsiasi premeditazione.