«Via San Marcello, serve il marciapiede»
Arco. Mentre l’assessore all’urbanistica Stefano Miori è impegnato a verificare se e come sarà possibile modificare il progetto di riqualificazione del piazzale antistante la chiesa di san Marcello a...
Arco. Mentre l’assessore all’urbanistica Stefano Miori è impegnato a verificare se e come sarà possibile modificare il progetto di riqualificazione del piazzale antistante la chiesa di san Marcello a Chiarano, i residenti non mollano la presa e cercano di tenere desta l’attenzione, nonostante essa sia ora attirata da ben altre vicende.
A prendere la parola è Giulio Mancabelli, che, impossibilitato a convocare un’assemblea a causa dell’epidemia in atto, ha voluto spedire una sorta di circolare virtuale a tutti i consiglieri comunali per sensibilizzarli sul «progetto a totale sorpresa sulla viabilità in via San Marcello» e sull’intervento cantieristico effettuato, a suo dire, «senza avere mai esposto il cartello per lavori edili secondo le disposizioni di legge».
La richiesta è quella di spingere presso la giunta affinché possa essere trovata una soluzione più congrua e sicura «prima che la frittata sia fatta e intervenire per correggere rimuovendo i rischi che questo progetto sta creando».
Oggetto del contendere è soprattutto il ripensamento del lato ad est, dove si trova la curva incriminata che tanti problemi ha creato fin dal 2013, quando venne presentata una petizione sottoscritta da 283 persone, praticamente la totalità di Chiarano storica. La richiesta è quella di prevedere la continuazione del marciapiede lungo il muro dell’Eremo e, magari, allungare quello dalla parte opposta per permettere la realizzazione di strisce pedonali che garantirebbero la possibilità di attraversamento verso la strada che porterà al nuovo parcheggio. Il nuovo progetto invece prevede che in quell’area venga dipinto sull’asfalto uno spicchio di luna, una sorta di invito per le auto, mentre «lungo il muraglione si vorrebbe creare una probabile, assurda aiuola, una beffa, un’offesa per la collettività. Quando il traffico in questa zona si farà molto più intenso, i rischi aumenteranno, quindi bisogna trovare soluzioni più congrue e più sicure». G.R.
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