Una corsa contro il tempo per adottare la Variante 15 

Il caso ad Arco. Il presidente del consiglio Flavio Tamburini ha due o tre sedute possibili prima dell’ordinaria amministrazione. E replica anche alle accuse sul macato rispetto del regolamento


Leonardo Omezzolli


Arco. Non oltre il 5 agosto. È questa la data limite entro la quale sarà possibile portare la Variante 15 in seconda adozione, anche se le intenzioni del presidente del consiglio di Arco, Flavio Tamburini, sono quelle di convocare, una volta sentiti gli uffici, due o più sedute di consiglio tra il 27 e il 31 luglio. La data è dettata gioco forza dall’ufficialità delle elezioni comunali spostate, causa Covid, dal 3 maggio al 20/21 settembre. Dopo il 5 agosto si potrà procedere solo con l’ordinaria amministrazione. Nel pomeriggio di ieri si è quindi concordato per la convocazione della capigruppo nel giorno 20 luglio.

In buona sostanza ci sono ancora 15 giorni di tempo per mettere la parola fine alla Variante. Le rispettive parti, sostenitori e detrattori, cercheranno di fare il possibile per approvare o affossare questo cruciale testo urbanistico. «La capigruppo - certifica Tamburini - è convocata per il 20 di luglio, così credo che potremmo convocare il consiglio tra il 27 e il 31. Visti i punti all’ordine del giorno e l’attuale situazione, con gli uffici si dovrà capire come procedere per convocare una o due o tre sedute. Ci sono atti amministrativi che il Comune deve assolutamente portare avanti». Tamburini, inoltre, vuole mettere un punto fermo alle accuse, rivoltegli prima dall’ex vicesindaco Stefano Bresciani e poi da altri consiglieri di minoranza, di non essere stato equo e rispettoso delle norme previste dal regolamento lasciando per ben due volte la parola al consigliere Mauro Ottobre nonostante la seduta non fosse nemmeno iniziata per l’assenza del numero legale.

«Su quello che è stato detto nei miei confronti voglio ricordare che se è vero che è più che legittima la non partecipazione, come stabilito da alcune sentenze molto chiare in merito, l’articolo 30 indica che il consigliere comunale ha il dovere di venire in aula. Pertanto - continua Tamburini - mi sento pienamente garante di tutti, sia di chi non si è presentato, alcuni con giustificazione, altri senza, sia di chi si è presentato in aula. Va inoltre considerato - ci tiene a sottolineare il presidente - che questa nuova tipologia di partecipazione che è lo streaming apre a nuove riflessioni. Chi è collegato è come se fosse in aula. Per questo ho concesso parola al sindaco e al consigliere. Specifico che gli interventi non saranno messi a verbale perché non concesso, ma credo e sono convinto che sia stato corretto nei confronti degli utenti in ascolto concedere la parola. Il nostro regolamento è particolarmente garante della democrazia ed è solo la trattazione del punto Variante quindici che prevede 12 presenti, in molti comuni in seconda convocazione questo non accade nemmeno bastano meno consiglieri. Per controprova in quest’ultima seduta ho spento la diretta una volta riscontrato il mancato numero legale. Ci sono comunque stati gli interventi del sindaco e di altri consiglieri. Parole che sono poi state riportate ugualmente dalla stampa che ha contattato i diretti interessati. Credo quindi che averli lasciato parola senza verbalizzare sia stata la scelta giusta a garanzia di tutti compresi gli ascoltatori».













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