«Su Eremo deve intervenire Mattarella»

Il consiglio comunale pronto a fare ricorso al Presidente della Repubblica. E prepara un viaggio di protesta in Provincia


di Gianluca Marcolini


ARCO. Chiedere l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e salire in consiglio provinciale a Trento per protestare in massa contro la Provincia. Sono questi gli ultimi colpi che Arco ha in canna nella battaglia per la difesa della casa di cura Eremo.

La seduta consiliare di lunedì, convocata appositamente per discutere del futuro della struttura sanitaria arcense con Luca Zeni (ma l’assessore provinciale alla salute ha dato forfait quasi all’ultimo momento, come abbiamo raccontato nell’edizione di ieri), si è conclusa, poco prima della mezzanotte, con la decisione dell’aula di sostenere l’azione di Eremo nella contrattazione con la Provincia riguardo il taglio dell’accreditamento di posti letto e il ridimensionamento del budget per il prossimo biennio.

La scelta dei vertici della casa di cura (il presidente Romano Verani, l’amministratore Sergio Fontana e il consigliere di amministrazione Luis Durnwalder) di andare incontro alle posizioni della Provincia, accettando una riduzione del budget di circa il 15-20%, ha trovato la condivisione di Zeni soltanto a parole perché, come hanno spiegato i dirigenti di Eremo in aula, l’assessore non ha voluto o potuto garantire, mettendolo nero su bianco, i 6,5 milioni di euro del budget già fissato per il prossimo biennio. Da qui l’annuncio di Eremo di congelare l’investimento di 12 milioni di euro per l’ampliamento della casa di cura (ampliamento sotto il profilo quantitativo e qualitativo dei servizi offerti) mentre è stata confermata dalla stessa Eremo la volontà di portare a conclusione le opere di urbanizzazione già iniziate, ad incominciare dal parcheggio multipiano (ne parliamo sopra) che sarà a disposizione anche della popolazione.

L’annuncio di Verani e Fontana, unitamente all’assenza in aula di Zeni, ha scatenato la protesta del consiglio comunale che in modo trasversale, stavolta, si è scagliato contro la Provincia. A prendere parola sono stati vari consiglieri (Rullo, Colò, Todeschi, Ravagni, Del Fabbro, Zampiccoli, Ottobre ma anche il presidente Tamburini, il sindaco Betta, l’assessore Bresciani, l’assessore Miori) e tutti con parole dure verso la giunta trentina.

Presenti fra il pubblico, in aula e in piccionaia, i consiglieri provinciali Claudio Civettini e Nerio Giovanazzi (da sempre particolarmente vicini alla questione della casa di cura arcense) ma soprattutto una folta rappresentanza di dipendenti di Eremo preoccupati delle possibili ripercussioni della situazione a livello occupazionale. La seduta è servita anche per fare chiarezza sui costi di gestione della struttura riabilitativa arcense, costi che sono stati confrontati con quelli di Villa Rosa di Pergine e dell’ospedale di Arco.

Alla fine il consiglio ha deciso di seguire la proposta del consigliere Ottobre di verificare la possibilità di ricorrere al Presidente della Repubblica contro la delibera di luglio della giunta provinciale che ha originato questa situazione.













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