Presidenza Fondazione, c’è Mattei
La Civica spinge per l’ex sindaco, ma in parrocchia e nella stessa maggioranza ci sono perplessità sul suo nome
ARCO. L’incarico per la presidenza della Fondazione Comunità di Arco è in scadenza e dopo i due mandati di Roberto De Laurentis sembra farsi strada il nome di Paolo Mattei, l’ex sindaco di Arco dimessosi nel 2013 dopo trentasei mesi di governo. Secondo mandato che a De Laurentis era stato rinnovato proprio dall’ex sindaco Mattei circa un mese prima delle proprie dimissioni.
Ora i due nomi a distanza di cinque anni tornano a intrecciarsi non mancando di sollevare perplessità e insoddisfazione sia nelle fila della maggioranza sia in quelle della parrocchia che ha altrettanta facoltà di proporre due nominativi da candidare. Altri cinque nomi dovranno arrivare dall’amministrazione su benestare del primo cittadino. La spinta propulsiva per la convergenza sul nome di Mattei arriva dagli ambienti della Civica che da qualche tempo vanno proponendo l’ex sindaco quale candidato ideale per il prosieguo del lavoro compiuto fino ad oggi da De Laurentis. Un nome che però scotta, proprio per quell’uscita di scena improvvisa che ha destabilizzato non poco gli equilibri politici cittadini.
Dagli ambienti vicini alla maggioranza c’è il timore che nonostante le capacità imprenditoriali di Mattei la scelta possa rivelarsi politicamente controproducente davanti agli occhi di una popolazione sempre più attenta alle dinamiche “da poltrona”. Proporre Mattei potrebbe essere una forzatura eccessiva che non sarebbe ben accolta dai cittadini e, forse, dalla Fondazione stessa. Dubbi li solleva lo stesso parroco di Arco Don Walter Sommavilla che chiede una condivisione della scelta ascoltando prima di tutto le esigenze della Fondazione e degli ospiti presenti. Per il parroco arcense i nomi dovrebbero essere altri e le sue due proposte guardano al cambiamento, a volti nuovi con un curriculum particolare, ma soprattutto sono due donne. «Quello del presidente della Fondazione - spiega Don Walter - non è un ruolo solamente tecnico e amministrativo, c’è bisogno di persone che sappiano che cosa sia un malato, che cosa sia un anziano, che cosa si il contesto famigliare degli ospiti. Ci sono sfide molto importanti all’interno ed è un mondo molto complesso. Non so se il manager della cartiera possa essere la persona adatta - chiarisce Don Walter. Non metto in dubbio la bontà della persona, ma credo che vada fatta una riflessione un po’ diversa la si dovrebbe fare. Lo scorso anno mi ero sbilanciato chiedendo di portare un nome diverso e su questa strada mi sto muovendo con due nomi, di donne, sui quali mantengo ancora il riserbo per il semplice fatti di avviare un confronto con chi di dovere. Ho sempre paura dei risultati - chiosa - quando si passa di sedia in sedia».