Per Silvi è uno scempio la nuova Villa S. Pietro
Arco. L’approvazione da parte del consiglio comunale del piano attuativo che porterà all’abbattimento di Villa San Pietro e alla sua ricostruzione non ha impedito che si continuino a levare voci di...
Arco. L’approvazione da parte del consiglio comunale del piano attuativo che porterà all’abbattimento di Villa San Pietro e alla sua ricostruzione non ha impedito che si continuino a levare voci di contestazione per questa operazione urbanistica. L’ultima è quella di Antonio Silvi di Isera, che su Facebook si interessa di quelli che lui definisce “scempi edilizi in Trentino”.
«Come è possibile – si chiede – distruggere un complesso di edifici il cui primo nucleo risale al Settecento? Villa San Pietro a prima vista sembra un edificio semplice, ma non lo è. Luigi Miori trasformò l’hotel in un sanatorio e diede l’incarico ad un ignoto architetto di unire i due edifici preesistenti. Quest’ultimo usò tutta la sua abilità per far "dialogare" la struttura con gli edifici circostanti. Mette profonda tristezza – prosegue Silvi – vedere il patrimonio storico trentino trattato alla stregua di un ferrovecchio da eliminare alla prima occasione. In molti comuni trentini si assiste al costante smantellamento di tutto quello che riguarda il nostro passato. Ci sono le eccezioni, ma riguardano solo pochi casi. Molti amministratori non hanno nessuna competenza in fatto di restauro e tutela dei beni storici e artistici. I cittadini che si oppongono nella migliore delle ipotesi sono bollati come “romantici”. Molti tacciono e così si rendono complici della distruzione della nostra storia. Vista la situazione attuale – conclude – si dovrebbero sollevare le amministrazioni locali dalla gestione e controllo del patrimonio storico e artistico pubblico e privato che andrebbe affidato a un organismo composto da persone competenti in materia». G.R.