Ottobre: «Nomine, il metodo di Betta è da prima Repubblica»
ARCO. Paolo Mattei alla presidenza della Fondazione Comunità di Arco? No grazie. Il nome dell’ex sindaco arcense che potrebbe essere tra le candidature proposte dalla Civica come successore di...
ARCO. Paolo Mattei alla presidenza della Fondazione Comunità di Arco? No grazie. Il nome dell’ex sindaco arcense che potrebbe essere tra le candidature proposte dalla Civica come successore di Roberto De Laurentis in scadenza nel mese di maggio, non piace proprio alle minoranze che hanno espresso assoluta contrarietà. «Dal nostro punto di vista - ha affermato il consigliere Claudio Del Fabbro - siamo fermamente contrari al nome di Mattei. Lui - ci ha tenuto a precisare il capogruppo di Siamo Arco - ha svolto il suo ruolo di sindaco per poi di punto in bianco e senza dare una chiara motivazione lasciare il mandato che gli era stato dato dai cittadini. Quindi nei confronti di tutta la cittadinanza non è assolutamente condivisibile un ritorno della sua figura attraverso la pratica della nomina. Non possiamo condividere una scelta di questo tipo». Parere quello della minoranza che non ha diritto di veto in quanto l’indicazione spetta al sindaco sulla base dei sette nominativi proposti, due dei quali spettano alla parrocchia mentre i restanti cinque saranno espressione dell’amministrazione. Scelta inaccettabile anche per il consigliere Mauro Ottobre (nella foto). «Siamo ormai abituati - ha attaccato Ottobre - a vedere il sindaco Betta fare una politica da prima Repubblica per la sua assoluta incapacità di creare un nuova classe dirigente. È quindi costretto - continua Ottobre - a pescare nelle figure di ex sindaci. Così è stato per la presidenza dell’Amsa con Veronesi e così ora con la Fondazione. Non discuto - ha precisato il consigliere di Autonomia Dinamica - le qualità di Mattei ma ci si deve rendere conto che ha sulle spalle un macigno importante, quello di essere un sindaco che si è dimesso. Se il metodo è quello delle spartizioni delle poltrone, come avevo già contestato, non sono incline ad avallare questa scelta. La stessa comunità non la potrebbe tollerare». (l.o.)