Ondra, in 200 alla prima di «Silence» 

Un successo la proiezione all’Astoria del film che celebra la via di arrampicata più difficile al mondo


di Leonardo Omezzolli


ALTO GARDA. L’attesa, per gli appassionati del mondo dell’arrampicata, è stata ripagata con una proiezione che ha infiammato il pubblico durante la prima del cortometraggio “Silence” che racconta le vicende emotive e fisiche che hanno portato lo scalatore ceco Adam Ondra a liberare la prima via al mondo classificata come un 9c, attualmente il livello più alto esistente. La proiezione in anteprima mondiale si è svolta nella serata di venerdì all’Astoria Park Hotel per i 200 fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi in brevissimo tempo i biglietti letteralmente andati a ruba in poche ore. A tutti gli altri è stato dato modo di partecipare virtualmente alla serata con una diretta streaming comprensiva sia del dibattito, alla presenza oltre che di Ondra del regista Bernardo Giménez e di Jerry Moffatt vera leggenda del climbing mondiale e tra i pionieri dell’arrampicata sportiva tra gli anni ’80 e ’90, sia della proiezione cinematografica. La pellicola, della durata di 17 minuti racconta ciò che ha preceduto il pomeriggio del 3 settembre 2017, quando Ondra, classe 1993, ha realizzato un’impresa significativa per la storia dell'arrampicata moderna scalando il suo personale progetto nella spettacolare Grotta di Hanshelleren in Norvegia. Con la “chiusura” da parte di Ondra, la via “Silence” è ufficialmente la più difficile al mondo. A promuovere la serata, oltre all’Apt Garda Trentino Spa che segue Ondra da vicino in un connubio di sostegno e promozione territoriale, altre aziende trentine come Montura e La Sportiva, oltre ad altri partner internazionali. La proiezione è stata anticipata da un breve dibattito con Ondra e Moffatt che hanno discusso della nascita del progetto e delle fasi di sviluppo per arrivare alla sua felice conclusione nell’autunno dello scorso anno. Dal cortometraggio, sapientemente diretto da Giménez, emerge in modo sincero la gioia di raggiungere un obiettivo, la fatica e la dedizione necessarie alla buona riuscita dell’impresa, ma anche come ogni traguardo sia composto di numerosi piccoli insuccessi. Un’arrampicata difficile, quella di Ondra, dove lo sforzo fisico si fa arte nella complessità della composizione di ogni singolo movimento, ognuno dei quali, e le riprese ne danno chiara visione, appare come una piccola vetta da raggiungere. Movimenti che si fanno arte dell’arrampicata, dove l’intensità fisica e psichica sembrano prendersi gioco della forza di gravità, della logica umana spianando le porte a quella che proprio negli anni ’80 era considerata l’essenza di questa disciplina: non il mero superamento di un limite, ma la fusione tra uomo e natura. Ondra è tornato alle origini dell’arrampicata sportiva, ne ha fatto propri i dettami, lanciando una nuova era per gli appassionati di questo sport sempre più praticato.













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