«Non sono contro Mattei ma è meglio una donna» 

Don Walter Sommavilla replica alle critiche dell’altra sera in consiglio e punta sulla presidenza femminile per il Cda della Fondazione Comunità di Arco



ARCO. «Mi dispiace davvero molto che il sindaco e il consigliere Zampiccoli si siano arrabbiati o indispettiti per quanto detto in consiglio comunale». Don Walter Sommavilla, parroco di Arco, replica a quanto è stato detto durante la discussione nel consiglio comunale dell’altra sera, inerente il rinnovo del Consiglio di amministrazione della Fondazione Comunità di Arco. «Ringrazio per la possibilità che mi è stata data di poter parlare all’interno del massimo organo di governo della città, il consiglio comunale, e ci tengo a precisare fin da ora che non ho nulla contro le persone del sindaco, dei consiglieri o di Mattei», spiega don Walter.

Il decano, l’altra sera in aula, ha voluto esprimere la propria opinione di socio di minoranza della Fondazione, ente nato nel 1981 da una donazione della Curia, dalla fusione della Pia Casa di Ricovero, con l’ente pubblico “Istituto della Provvidenza” di Arco. «Torno a ribadire il mio dispiacere per quanto accaduto - precisa Don Walter - ma proprio per la natura della Fondazione è mio compito e dovere interessarmi della Fondazione, essendo socio di minoranza, allo scopo di tutelare i beni donati dalla Curia e fare il possibile affinché l’ente rimanga il fiore all’occhiello che è oggi». La sua non vuole essere una contrarietà al sindaco Alessandro Betta o all’ex sindaco Paolo Mattei, ma un’opinione legittima di chi assieme al primo cittadino di Arco ha la tutela di questo organismo. «Dietro questa piccola città che è la Fondazione ci sono le persone della nostra comunità - continua Don Walter - e il mio compito per la parte che mi spetta è tutelare loro e il loro futuro». Non ha voluto incontrare Mattei per scelta. «Incontrerò tutto il Consiglio di amministrazione quando questo sarà ratificato dalla Provincia – dice - e chiederò un incontro con loro per conoscerci e augurare loro un prospero lavoro. Sarà compito dei sette consiglieri, di queste cinque sorelle e due fratelli, sedersi a un tavolo, ragionare, confrontarsi, dibattere e nominare il futuro presidente». Un sogno nel cassetto Don Walter lo avrebbe. «In questo periodo storico particolare - confida - sarebbe un segno importante che il prossimo presidente possa essere una donna, ma ripeto, spetta a loro. Non a me, non al sindaco. A noi spetta il compito di fare le nomine per formare il nuovo Cda e abbiamo piena responsabilità sulle scelte che ognuno di noi ha fatto nell’individuare i vari curricula». Sulla contrarietà a Paolo Mattei il parroco di Arco ha precisato che la sua non è una posizione specificatamente indotta o personale, ma che emerge dal libero confronto e dibattito della cittadinanza. «Non lo si veda come un attacco - chiarisce Don Walter - ma come un pensiero critico per il ruolo che in questa Fondazione ricopre il parroco. Un’opinione che riscontro nella dialettica cittadina e il mio esprimerla non è espressione di litigio, quanto il dare vita e forma ai principi della dialettica umana, politica e democratica. Un confronto costruttivo, sincero. Se Mattei sarà presidente e farà bene sarò il primo a stringergli la mano. Credo sia però legittimo che come il sindaco anche il parroco abbia i suoi “desiderata”». Per Don Walter l’essenziale è il confronto e la collaborazione. «Non mi sono mai tirato indietro e mai lo farò - chiarisce - credo che forse si doveva andare con più calma, prendersi più tempo ed essere meno mediatici e in questo abbiamo sbagliato entrambi». In fondo anche ad Arco come in “Mondo piccolo” Don Camillo e Peppone se le dicono pur nel rispetto dei rapporti umani e di amicizia. (l.o.)

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