Niente lezione alle medie di Arco: studenti e genitori assieme per protestare contro la Provincia
Al centro della contestazione il provvedimento che ridurrà il numero di classi con conseguente “ingolfamento” di banchi: «Così facendo si espongono i nostri figli a un rischio maggiore di contagio in quanto le aule non sono sufficientemente spaziose». In programma altre manifestazioni di protesta
LE IMMAGINI: la manifestazione nel piazzale del Cantiere 26 ad Arco
ARCO. «A settembre niente classi “pollaio”: l’emergenza Covid non sarà certo terminata e i nostri ragazzi rischieranno grosso a stare ammassati dentro un’aula». I genitori di Arco sono furibondi. Ce l’hanno con la decisione della Provincia di ripristinare il numero (inferiore) di classi in vigore prima della pandemia, affollandole nuovamente di banchi.
«Per la scuola media di Arco significa tornare ai 25-26 alunni per classe», è l’accusa che muovono mamme e papà. Al là di ogni altra considerazione, a preoccuparli è soprattutto l’inadeguatezza degli spazi attualmente disponibili all’interno del plesso scolastico arcense: «Così facendo si espongono i nostri figli a un rischio maggiore di contagio in quanto le aule non sono sufficientemente spaziose. Nel caso specifico della nostra scuola, le medie Nicolò d’Arco, il provvedimento della Provincia porterà alla soppressione di una sezione delle prime e alla ridistribuzione di 21 ragazzi nelle altre sette sezioni esistenti per il secondo ciclo di studi. Come genitori siamo assolutamente contrari a questa assurda decisione».
La contrarietà è stata palesata nella mattinata di mercoledì 12 maggio e non solo dai genitori ma anche dagli stessi ragazzi, che hanno deciso di esprimere il loro dissenso riunendosi all’interno del Cantiere 26, attiguo alla scuola, rinunciando all’ingresso a scuola. La protesta è stata dunque messa in scena, nel piazzale del centro giovani, grazie all’inventiva di mamme e papà e all’energia dei ragazzi. L’iniziativa ha visto una nutrita partecipazione e certamente non rimarrà un evento isolato: «È solo l'inizio di una serie di altre iniziative che verranno organizzate prossimamente, soprattutto se non verranno mantenute inalterate le attuali otto sezioni dell'istituto».
Il sindaco Alessandro Betta ha voluto incontrare i “manifestanti” evidenziando come anche l’amministrazione comunale non veda di buon occhio la decisione assunta dalla Provincia, «ma è materia di stretta di competenza della giunta provinciale che non ragiona sul singolo caso ma in generale», ha sottolineato.
Ma a protestare, finora, non sono stati solamente genitori e studenti. A chiedere un dietrofront, rispetto alla decisione intrapresa, sono stati anche i docenti, che nelle scorse settimane hanno inviato una lettera al Dipartimento istruzione della Provincia, senza però riceverne risposta. Medesimo esito ha avuto una identica missiva spedita dai genitori e indirizzata anche al presidente Fugatti e all’assessore provinciale Bisesti.
«I ragazzi sono provati per le molte difficoltà affrontate in questi mesi per colpa della pandemia – conclude il gruppo di genitori che ha organizzato la proste – e qualsiasi sia la motivazione, sperando non sia unicamente di carattere economico, che sta dietro la decisione della giunta provinciale, non devono subirne ingiustamente le conseguenze. Per questo motivo chiediamo il mantenimento, nel caso della scuola di Arco, delle attuali otto sezioni».