L’Asilo infantile non apre: i genitori vanno dal sindaco 

Il caso ad Arco. L’ente gestore presieduto da Paolo Pedrotti, nonostante le tante sollecitazioni, non aprirà la struttura, chiusa per lavori di adeguamento sismico. Betta disponibile a un incontro


Leonardo Omezzolli


Riva. Si sono rivolti al primo cittadino Alessandro Betta i genitori degli alunni della scuola materna di Arco visto che dall’ente gestore, l’Associazione Asilo Infantile di Arco Onlus presieduta da Paolo Pedrotti, non è stata ricevuta alcuna risposta nonostante le numerose mail, le sollecitazioni telefoniche e l’impellente necessità di trovare una soluzione al delicato problema di gestione dei propri figli e della propria occupazione in questo mondo post lockdown e di lenta ripresa. La notizia della non riapertura della scuola materna di Arco, che soddisfa un numero consistente di famiglie per un totale di ben sette sezioni, ha lasciato i genitori arcensi senza parole. Tanto che dopo un primo momento di sorpresa alcuni di loro hanno deciso di correre ai ripari cercando di capire dall'ente gestore le motivazioni di una scelta controcorrente unica nel suo genere in tutto l'Alto Garda.

Non solo, per i genitori è iniziata una vera e propria battaglia comunicativa per cercare di strappare alla struttura e all'amministrazione un momento d'incontro che possa servire a tutti per poter trovare una soluzione adatta ad accontentare le diverse esigenze, ossia quelle delle tante famiglie che hanno bisogno di un servizio cruciale per il prosieguo della loro attività lavorativa ripresa dopo la fase più critica del lockdown e quella della struttura che, stando alle proprie comunicazioni, lascia intendere di non essere in grado di far rispettare il protocollo di sicurezza provinciale, che a loro dire contiene criticità e perplessità nella gestione dell'attività educativa giornaliera. Inoltre, sempre stando alla comunicazione istituzionale dell’Asilo infantile sarebbero in avvio i lavori programmati per l'adeguamento antisismico della struttura.

Se il sindaco ha dato piena disponibilità per un incontro nel quale verificare tutte le soluzioni percorribili, magari accedendo a strutture comunali che potrebbero per un breve periodo essere occupate da maestre e bambini, l'Asilo infantile non ha ancora dato disponibilità al dialogo. Un atteggiamento che non è piaciuto alle mamme e ai papà convinti che una soluzione sia raggiungibile e individuabile proprio attraverso il dialogo e il confronto. Il muro di silenzio spaventa anche perché non tutti possono permettersi soluzioni alternative anche in considerazione del fatto che la fascia d'età 3-6 anni è quella meno servita da servizi accessori, centri aperti e campi estivi, soluzioni queste ultime onerose e non sempre alla portata di chi per mesi non ha potuto lavorare. I genitori, più di una quindicina quelli attivi nel sollecitare la struttura, chiedono semplicemente un incontro per andare oltre il muro di silenzio e verificare se, grazie anche al supporto dell’amministrazione ci sia una strada alternativa percorribile che permetta ai loro bambini di tornare a scuola e al corpo docenti e parascolastico di muoversi in un ambiente più consono e non soggetto a lavori strutturali.















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