«Fondazione, prima il piano poi i nomi»
Presa di posizione di Bruno Calzà ed Elio Proch: «Basta con i partiti che si arrogano il diritto di scelta»
ARCO. La Fondazione Comunità di Arco è affare serio e date le recenti dichiarazioni uscite a mezzo stampa circa il futuro della presidenza (la Civica ha messo sul piatto il nome pesante dell’ex sindaco Paolo Mattei), alcuni cittadini capitanati da Bruno Calzà ed Elio Proch hanno sottoscritto una lettera per responsabilizzare la politica e cercare di mettere in evidenza quelle che sono le necessità principali per la Fondazione e che poco hanno, o dovrebbero avere, a che fare con le logiche politiche e di partito. «Alcuni cittadini di diversa estrazione sociale e liberi da schemi di partito - principiano - desiderano esprimere alcune considerazioni. Il primo motivo che “disturba” - evidenziano - è che una questione così importante come la futura presidenza sia ancora una volta demandata ai partiti politici che, morti o in procinto di esserlo, credono ancora che tocchi unicamente a loro esprimere nomi e strategie per il bene di Arco. L’abitudine di non ascoltare il “popolino” non abbandona i nostri prodi che procedono, lancia in resta, incuranti del consenso popolare, a produrre risultati che sono sotto gli occhi di tutti».
Il punto chiave per questi cittadini è l’attenzione posta nella figura del presidente e non nel progetto gestionale futuro della Fondazione. «Ancora una volta - sottolineano - si è preferito indicare una persona piuttosto che un piano chiaro, efficiente, realizzabile per la Fondazione che nei prossimi anni dovrà affrontare sfide che sono già state individuate ma che per il momento sono ancora in fase di studio con i tempi della politica che tutti ben conosciamo. Ci sarebbe piaciuto ascoltare nel dettaglio - chiariscono - quale sarà la strategia dei prossimi anni per l’aiuto alle persone in difficoltà, quali gli strumenti per realizzarla, quali gli enti e le associazioni da coinvolgere, quali le nuove povertà a cui dare risposte. Noi non sappiamo se il sindaco, unitamente al parroco e all’ex presidente De Laurentis, hanno parlato di questo ma se non è successo ci sentiremmo delusi perché lasciare nelle mani dei politici di turno una simile responsabilità ci sembra quantomeno azzardato».
Più che un nome i cittadini chiedono a gran voce garanzie sulla gestione futura, sulle sfide che spesso si sono già dibattute e che attendono di essere realizzate per migliorare il servizio agli ospiti e il sostegno ai più deboli. «La Fondazione - chiosano - non ha bisogno di persone o manager senza cuore ma di donne e uomini di buona volontà per cui la presidenza della Fondazione non sia l’ennesimo incarico da citare nel curriculum personale. Pur non frequentando le sagrestie o le conventicole di partito questa volta siamo costretti a sperare che le vie del Signore siano infinite e che ci indichi la strada più giusta per il bene delle persone e non del singolo». (l.o.)