Ex Argentina, sentenza il 12 giugno
Fissata la data dell’udienza in Corte d’appello a Trento. Il 6 marzo il deposito della perizia
ARCO. È il 12 giugno, salvo sorprese, la data della sentenza relativa al processo d’appello per la vicenda legata al complesso ex Argentina. L’udienza era stata programmata per il 6 marzo, ma i giudici hanno disposto il rinvio alla luce della richiesta di proroga dei termini presentata dall’architetto Roberto Maccabruni, il tecnico milanese incaricato di svolgere la super-perizia. Maccabruni ha incassato l’ok dei giudici, ma il deposito del faldone sarebbe avvenuto proprio in concomitanza con l’udienza del 6 marzo. Da qui la decisione dei giudici di rinviare al 12 giugno la seduta: nel frattempo le parti avranno tutto il tempo per leggere le conclusioni di Maccabruni ed eventualmente formulare le controdeduzioni.
La decisione di affidarsi ad una nuova perizia era arrivata, un po’ a sorpresa, nel giugno dello scorso anno, quando ormai si pensava che il processo d’appello fosse giunto a conclusione. I giudici hanno ritenuto di non avere sufficienti elementi, soprattutto in relazione alle cubature previste e quelle effettivamente realizzate, per arrivare ad una decisione.
In primo grado il 31 maggio del 2017 dello scorso anno, con l’accusa di lottizzazione abusiva erano stati condannati ad un mese di reclusione, e 22 mila euro di ammenda, l’imprenditore rivano Roberto Miorelli, in qualità di legale rappresentante della Cosmi, proprietaria dell’immobile, il fratello Gianluca, amministratore delegato della Cosmi costruzioni; Bianca Maria Simoncelli, dirigente dell’area tecnica del Comune di Arco, i tecnici che hanno curato il progetto, Alessio Bolgan, Bruno Ferretti e Mariano Zanon. Ma in aula sono tornati anche il vice sindaco Stefano Bresciani e Tiziana Simoncelli: la loro assoluzione in primo grado, infatti, è stata impugnata.