Caproni: «Il razzismo non è una cosa normale» 

«Incontro di amicizia», messaggio forte del dirigente dell’istituto Segantini di Arco Una risposta agli attacchi dei candidati della Lega contro l’iniziativa della scuola


di Leonardo Omezzolli


ARCO. È stato un messaggio chiaro e diretto quello del dirigente scolastico Maurizio Caproni, che durante l’«Incontro di amicizia» al Giardino della Pace di Arco, svoltosi ieri pomeriggio in quello che era uno degli appuntamenti del vasto calendario di eventi della 4a Settimana dell’accoglienza, ha contrastato in modo netto le parole e le affermazioni diffuse anche a mezzo stampa dai candidati alle provinciali della Lega Luca Grazioli e Nicoletta Malfer. «Oggi - ha dichiarato davanti a una numerosa platea di alunni, genitori e gente comune - sembra normale essere razzisti, sembra normale diffondere paura e indifferenza. Il ruolo della scuola - ha quindi scandito a chiare lettere - è quello di dire di “No”, di ricordare che questo non è normale e siamo qui per questo motivo». Un discorso sintetico e incisivo che non ha dimenticato di citare la "Dichiarazione universale dei diritti umani" e la nostra Carta costituzionale mettendo in mostra il ruolo cruciale dell’istruzione, ossia quello di formare e di educare i futuri cittadini. Una posizione in netto contrasto con quel negare il “forgiare pensieri” che i candidati del Carroccio avevano criticato.

L’appuntamento ha visto la partecipazione degli alunni delle classi prime e quinte delle scuole elementari Segantini oltre al corpo insegnanti, ai rappresentanti delle istituzioni, gli assessori Stefano Miori e Silvia Girelli, i consiglieri comunali Tommaso Ulivieri e Luciano Villi, il consigliere Gabriele Bertoldi di Riva, la presidente della Cooperativa Arcobaleno Chiara Dossi lo storico Romano Turrini e da famiglie, ragazzi e ragazze nigeriane, ganesi, siriane e pakistane. Un incontro dove le differenze culturali sono state mostrate non come muri invalicabili, ma come piani di confronto, di conoscenza reciproca e di rispetto per le particolarità di ognuno. Turrini ha quindi letto una poesie di Jhon Donne per sottolineare la necessità di dovere riflettere congiuntamente sui bisogni del mondo. Bisogni e interrogativi che nascono, per chi scappa, da situazioni di forte disagio come povertà o guerre. Culture in fuga, oggi in pieni contesti decontestualizzati e “freddamente” catapultate in un mondo con regole socioculturali completamente differenti dalle proprie. Di qui la necessità di dialogare, confrontarsi, ma soprattutto conoscersi. «Alla vostra età - ha ricordato Dossi - non avevo compagni stranieri, ma ricordo un incontro con un sopravvissuto ai campi nazisti. Davanti a me avevo la storia fatta persona e quel momento mi ha infuso un forte senso di giustizia che mi ha portato a voler combattere per tutti coloro che subiscono o hanno subito ingiustizie». Gli ospiti stranieri si sono quindi presentati agli alunni che hanno contraccambiato con una danza dell’amicizia e una serie di saluti internazionali. «Accogliere - ha detto una delle alunne - è una cosa che si può fare insieme».

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