«Ancora firme contro il rondò»
Il comitato di residenti e commercianti ci riprova ma stavolta punta ad un referendum consultivo
ARCO. Non hanno alcuna intenzione di mollare la presa, i commercianti e i residenti di via Roma, via Garberie e via Marconi che da mesi stanno dando battaglia per cambiare la viabilità arcense in centro ad Arco con l’obiettivo di ripristinare il vecchio doppio senso di marcia. Il comitato referendario contro il rondò di via Roma, guidato dalla negoziante Erna Dallona del Moser Sport, non ci sta a suonare la ritirata dopo il no all’indizione di un referendum che puntava ad abrogare il provvedimento con cui il Comune aveva istituito il senso unico. Un quesito che i Garanti hanno bocciato per una mera questione formale in quanto la legge non consente, tramite referendum, di modificare una pianificazione già decisa e regolarmente approvata da un’amministrazione pubblica. Il gruppo di arcensi, dopo averci riflettuto su, ha deciso di riprovarci. Stavolta, però, si punterà ad indire un referendum squisitamente consultivo per non correre l’identico rischio di una bocciatura da parte dei Garanti. Nelle prossime settimane, stando a quanto afferma il comitato, prenderà il via una nuova raccolta di firme come prevede la norma che disciplina lo strumento referendario.
«Prendiamo atto che nel Comune di Arco i cittadini non hanno gli strumenti idonei per indire un referendum banale come quello sulla viabilità da noi proposto - si legge nel comunicato inviato dal Comitato - secondo lo statuto comunale, il referendum sulla viabilità è irricevibile in quanto riguarderebbe “atti amministrativi”. Ma che motivazione è? Quali sarebbero gli atti non amministrativi? La risposta dei garanti ci ha lasciato alquanto basiti ma ne prendiamo atto». «Sarebbe giusto impugnare la questione dinanzi al Tar - prosegue la nota - dove avremmo ampie garanzie che i nostri diritti vengano quantomeno presi in considerazione, ma essendo noi dei normali cittadini non possiamo sborsare i 5-6 mila euro di parcella per intraprendere un’azione giuridica di questo tipo. Crediamo, dunque, sia opportuno quanto prima modificare lo statuto comunale e il regolamento, anche se temiamo che nessuno avrà il coraggio di farlo. Noi comunque non ci arrendiamo e andiamo avanti: ripartiamo con una nuova raccolta firme per indire un referendum questa volta consultivo – e non abrogativo – sperando di ricevere la dovuta considerazione da parte della giunta, del sindaco Alessandro Betta e del vicesindaco Stefano Bresciani». (gl.m.)
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