«A Linfano non ci sarà alcuna edificazione» 

Il sindaco Betta respinge le critiche degli ambientalisti: «Abbiamo ridotto i volumi previsti e siamo il solo Comune che in questi anni ha preservato la fascia lago» 



ARCO. «Sarò ben felice di convocare un consiglio comunale aperto per discutere del piano attuativo del Linfano quando verrà ripristinata la verità oggettiva dei fatti, ovvero che questa amministrazione comunale non solo non ha cementificato l’area ma ne ha ridotto la volumetria originaria e che oggi un progetto di edificazione non solo non esiste ma neppure è previsto. Si sta discutendo del nulla». Se il comitato per la salvaguardia dell’olivaia si prepara alla battaglia, chiamando a raccolta la cittadinanza, il sindaco di Arco Alessandro Betta non resta a guardare. La riuscita serata di lunedì, organizzata alla casa sociale di Vigne da Gilberto Galvagni e dagli altri del comitato, ha dato il là alla reazione del primo cittadino. «Il comitato può decidere di fare ciò che vuole – è la risposta di Betta – anche ricorrere alla giustizia amministrativa, se lo ritiene. A me interessa affrontare la questione in maniera responsabile perché se la si affronta di pancia non si arriva da nessuna parte. Quando si parla di Linfano bisogna sempre partire da un dato di fatto, ovvero che per acquisire i terreni in questione sono stati utilizzati i soldi dei cittadini di Arco e che all’epoca non vennero spesi 12 miliari di lire semplicemente per coltivare i broccoli. Un amministratore responsabile deve avere cura del patrimonio della collettività e deve impedire che vada disperso, per questo motivo va inserita nel piano una previsione volumetrica. Nessuno di noi ha intenzione di finire davanti alla Corte dei Conti per il danno erariale che altrimenti si andrebbe a creare». Ma Betta non ci sta a passare per cementificatore: «Inizialmente, sull’area, era prevista una volumetria di 80 mila metri cubi che noi abbiamo deciso di ridurre prima a 30 mila mc e in definitiva a 15 mila mc. In altre parole l’abbiamo ridotta di oltre il 70%. Oggi quell’area ha una destinazione urbanistica perché così deve essere ma non esiste una progettazione. Allo stato attuale non c’è alcun progetto e per quanto mi riguarda la situazione non cambierà neppure in futuro. Significa che si arriverà alla fine della legislatura continuando a coltivare i broccoli nella parte a nord della strada, eccezion fatta per il parcheggio che era già nelle previsioni. Ci concentreremo sulla parte a sud dove riqualificheremo un campeggio che abbisogna di interventi urgenti, daremo dignità ad un circolo velico costretto finora ad arrangiarsi e leveremo un parcheggio da una zona ormai inadatta ad ospitarlo. E niente altro. Per questo motivo mi domando: ma di cosa stiamo parlando?».

Il sindaco di Arco, però, non si limita alla difensiva. «Siamo il solo Comune che in questi anni ha realmente preservato la fascia lago - sottolinea - e lo dimostrano i fatti, la storia. Basta osservare il territorio per rendersi conto che è un dato oggettivo: l’unica parte rimasta integra della fascia lago è quella del Linfano, di proprietà dei cittadini di Arco. E questo a discapito delle entrate per la collettività: se non abbiamo l’Imu particolarmente florida per le entrate provenienti da alberghi e strutture ricettive ci sarà un motivo. Non chiediamo certo risarcimenti ma ci piacerebbe che ci venisse riconosciuto il fatto di esserci presi carico di tutto il verde della Busa ed invece veniamo accusati di essere dei cementificatori. Se il tanto decantato broccolo di Torbole può essere coltivato lo si deve ad Arco». (gl.m.)

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