Anarchici arrestati, ecco gli attentati contestati
Colpiti i laboratori della facoltà di Matematica dell'università di Trento, i tralicci della 'Spa Tower' e i ripetitori radiotv di Rovereto, le auto della polizia locale a Trento, una filiale Unicredit di Rovereto, la sede dell'agenzia di lavoro interinale 'Randstad' di Rovereto e la sede della Lega di Ala. Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo De Raho: "Il gruppo si muoveva in una logica insurrezionale"
TRENTO - ROMA. La cellula anarco-insurrezionalista trentina era strutturata su un doppio livello: «uno pubblico di facciata, che si presenta come espressione propagandistica per la diffusione della proprio violenta ideologia anche attraverso 'azioni dirette', finalizzate all'immediata distruzione di beni materiali ed attuate» di giorno. E uno «occulto e segreto» che era caratterizzato «da una acquisita capacità d'elusione dei controlli» da parte delle forze di polizia, da «azioni violente» e dalla «dotazione di documenti falsi», tutto «finalizzato a eseguire e minacciare azioni terroristiche». Così il gip di Trento Marco La Ganga descrive il gruppo di anarchici arrestati oggi nel blitz di polizia e carabinieri.
Una cellula, ha spiegato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho in una conferenza stampa, «che si muove in una logica insurrezionale» con un unico obiettivo: «fare la rivoluzione con atti violenti». Secondo il procuratore di Trento Sandro Raimondi le indagini hanno accertato almeno 78 azioni violente in cui erano presenti membri della cellula, non tutte contestate in ordinanza. «Avevano una 'struttura aziendalè vera e propria - ha spiegato - con basi operative nelle quali seguivano le più strette regole di sicurezza, anche evitando di parlare e comunicando con dei foglietti scritti, che poi venivano bruciati».
La strategia era chiara. «Abbiamo documentando un crescendo di azioni - ha spiegato il capo dell'ufficio interno dell'Antiterrorismo Eugenio Spina - prima arrivano i documenti, poi le azioni violente di piazza e, infine, gli attentati veri e propri».
Nell'ordinanza se ne indicano diversi: ai laboratori della facoltà di Matematica dell'università di Trento, ai tralicci della 'Spa Tower' e ai ripetitori radiotv a Rovereto, alle auto della polizia locale a Trento, ad una filiale Unicredit di Rovereto, alla sede dell'agenzia di lavoro interinale 'Randstad' di Rovereto, alla sede della Lega di Ala.
«La pericolosità dell'organizzazione - scrive ancora il Gip motivando la misura del carcere - il numero e l'entità delle azioni violente e terroristiche...il profondo e radicale convincimento ideologico, i collegamenti emersi con esponenti e organizzazioni eversive in Italia e all'estero (Grecia, Svizzera, Spagna, ndr)...la facilità con cui ricorrono all'impiego di sostanze esplosive...rendono concreto e grave il pericolo di reiterazione specifica» dei reati.