L'OPERAZIONE DEI ROS

Anarchici arrestati a Roma: c'è anche una trentina

Si tratta della 31enne Francesca Cerrone. L'accusa è di avere costituito una cellula eversiva di matrice anarchica insurrezionale



ROMA. Aveva contatti con diversi gruppi stranieri, tra cui Grecia, Cile e Germania, la cellula anarchica sgominata dai Ros. Tra le sette persone arrestate, Francesca Cerrone, 31enne trentina.

Con lei Claudio Zaccone, 33enne messinese, Roberto Cropo, 34enne torinese, Flavia Di Giannantonio, 39enne romana, e Nico Aurigemma, 30enne romano, finiti in carcere con l'accusa di aver costituito una cellula eversiva di matrice anarchica insurrezionale, avente base nel centro sociale 'Bencivenga Occupato' di Roma.

Dalle indagini, sono emersi contatti tra gli arrestati e gli anarchici greci, Paese in cui è molto attiva la 'Cospirazione delle Cellule di Fuoco', gruppo terroristico aderente al cartello Fai-Fri. Il militante argentino Santiago Maldonado, cui è dedicata la cellula che ha rivendicato l'attentato alla Stazione Carabinieri di Roma San Giovanni, è morto nell'agosto 2017 a seguito di una manifestazione a difesa del popolo mapuche, tematica di lotta degli anarchici cileni.

Secondo gli investigatori, si tratta di un nuovo gruppo d'azione, che aveva elaborato e portato a compimento un programma eversivo cristallizzato in un documento clandestino dal titolo «Dire e sedire», destinato solamente ai compagni affini per ideologia, con cui portare avanti una «conflittualità viva e accesa». Il gruppo mirava poi a riorganizzare il movimento anarchico superando «ogni localismo», per avviare una nuova fase dell'insurrezionalismo, che avvicinasse i diversi gruppi, così da colpire l'organizzazione democratica e costituzionalmente organizzata dello Stato.

Nel progetto, gli arrestati volevano anche sostenere, con atti di terrorismo, gli imputati nel processo 'Panico, conclusosi a Firenze nel luglio 2019 con pesanti condanne nei confronti degli imputati, accusati, tra l'altro, dell'attentato alla libreria 'Il Bargello' (area CasaPound Italia) di Firenze, compiuto il 1° gennaio 2017. Tra gli imputati del processo Panico, grande attivismo solidale era rivolto al detenuto Pierloreto Falanca, oggi destinatario della misura degli arresti domiciliari.













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