Ambulatori a Trento, sconto del 50 per cento degli affitti nei sobborghi "disagiati" e per i medici che iniziano l’attività
Favorite le zone di Valsorda, Montevaccino, Vigolo Baselga, Baselga del Bondone e Sardagna (foto repertorio Ansa)
ROMA. Da anni l'Amministrazione comunale destina alcune unità immobiliari di proprietà, assunte in comodato o in locazione da Itea Spa, ai medici di medicina generale ed ai medici pediatri, per agevolare la permanenza degli ambulatori nei sobborghi della città e garantire così un adeguato servizio sanitario alla popolazione residente e soprattutto alle persone anziane, alle fasce più deboli e a chi ha maggiori difficoltà di mobilità. Gli spazi attualmente destinati ad ambulatori medici sono 35, dislocati su tutto il territorio comunale. Lo hanno illustrato l’assessora Chiara Maule, parlando pure a nome della collega Mariachiara Franzoia ed il capoufficio del personale Luca Nicolussi Paolaz.
Fino al 31 dicembre 1995 l'Azienda provinciale per i servizi sanitari ha gestito per conto del Comune di Trento gli studi medici, inserendo negli stessi i medici di base convenzionati e richiedendo loro un corrispettivo determinato sulla base del numero di pazienti assistiti. Dal 1° gennaio 1996 il Comune di Trento ha assunto la gestione diretta degli ambulatori, provvedendo alla stipulazione di contratti con i medici che prevedevano il pagamento di un canone determinato in base alle caratteristiche strutturali dell'ambulatorio e di spese accessorie quantificate sulla base dei consumi effettivi.
Da allora ogni sei anni l'Amministrazione comunale, in accordo con l'Azienda sanitaria, ha provveduto ad approvare le linee guida per i nuovi contratti, operando un equo contemperamento degli interessi in gioco, da un lato perseguire un risultato economico derivante dall'utilizzazione dei beni comunali, dall'altro assicurare la distribuzione di servizi essenziali sul territorio. Nel 2014 il servizio Patrimonio ha provveduto ad effettuare un’analisi comparata di una serie di elementi oggettivi degli spazi (localizzazione geografica, accessibilità e fruibilità, età anagrafica degli utenti, frequenza e tempi di percorrenza dei mezzi di trasporto urbano per raggiungere l'ambulatorio più vicino) e ad aggiornare conseguentemente le linee guida poste alla base delle concessioni degli studi medici per il periodo contrattuale 2015 – 2020. Alla scadenza dei contratti il 31 dicembre 2020, l'Azienda provinciale per i servizi sanitari ha chiesto di prorogare le linee guida per tutto l'anno 2021, causa il particolare momento di emergenza sanitaria, e di conseguenza sono stati prorogati di un anno anche i contratti di concessione ai medici degli ambulatori. In vista della scadenza del 31 dicembre 2021 l'Amministrazione comunale ha intensificato incontri e confronti con i rappresentanti dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari per una definizione condivisa dei nuovi indirizzi per il rinnovo dei contratti per il periodo 2021-2026.
In considerazione delle diverse zone sul territorio comunale in cui risultano collocati, gli ambulatori sono stati suddivisi in tre gruppi: a pagamento a valore di mercato; a pagamento a valore di mercato, con applicazione della riduzione del 50 per cento: sono ambulatori posti in sobborghi la cui popolazione è ricompresa in una fascia intermedia, superiore a quella per i quali è riconosciuta la gratuità, ma non sufficiente per giustificare la richiesta di un canone pieno, e per i quali è garantito un servizio pubblico che permette di raggiungere un ambulatorio medico alternativo posto in zone limitrofe, ma con una frequenza di corse e una durata di percorrenza tali da non assicurare un'adeguata e agevole accessibilità da parte dell'utenza. Concessi a titolo gratuito: sono ambulatori posti in zone considerate svantaggiate quali Valsorda, Montevaccino, Vigolo Baselga, Baselga del Bondone e Sardagna. Per incentivare la permanenza degli ambulatori medici collocati nei locali di proprietà comunale è prevista inoltre la riduzione: del 10 per cento sui canoni di concessione per gli ambulatori concessi a canone di mercato; del 50 per cento sulla prima annualità di canone per i medici al primo inserimento o provenienti da altri distretti sanitari e per quelli che si trovino a coprire un incarico provvisorio a tempo determinato; del 50 per cento, con riferimento al solo canone di concessione, per i cosiddetti ambulatori secondari o la cui apertura è rimessa alla esclusiva valutazione del medico. Le spese accessorie comprendono riscaldamento, acqua calda sanitaria, acqua potabile e fognatura, pulizia ordinaria e manutenzione ordinaria delle parti comuni (camminamenti e zone di accesso) verde e parcheggi, vengono quantificate con metodo forfetario e non sono dovute per gli ambulatori medici concessi a titolo gratuito. Per il calcolo delle stesse gli ambulatori sono divisi in quattro fasce a seconda dello stato di manutenzione e degli impianti presenti nell'immobile e/o delle modalità di utilizzo (ore di presenza garantite, numero e tipologia di medici presenti nello stesso ambulatorio). I medici possono infine scegliere se usufruire o meno del servizio di pulizia degli ambulatori fornito dal Comune. Le relative tariffe costituiscono una voce specifica all'interno delle spese accessorie e sono quelle che il Comune corrisponde alla Società appaltatrice in esito all'ultima procedura concorsuale effettuata.