la tragedia

Aluminium, morto uno degli operai ustionati. Oggi sciopero dei metalmeccanici

Bocar Diallo, 31 anni senegalese, era rifugiato politico ed era stato assunto a marzo: aveva ustioni sul 57% del corpo. Ancora critiche le condizioni di altri tre lavoratori ricoverati a Milano, Verona e in Baviera

 



BOLZANO. «Ancora un po' di pazienza e finalmente avrebbe avuto un contratto a tempo indeterminato. Perché all' "Aluminium Bozen", se solo hai voglia di lavorare, ti assumono. Il posto fisso era il suo sogno, perché gli avrebbe consentito di fare progetti per il futuro. Purtroppo le cose sono andate diversamente». Mamadou, senegalese nonché collega nello stabilimento di via Toni Ebner a Bolzano sud, ricorda così Bocar Diallo, 31 anni, assunto a marzo, suo connazionale con lo status di rifugiato politico, arrivato su un barcone in Sicilia alla fine del 2014 e divorato dalle fiamme sviluppatesi nel reparto fonderia, nella notte tra giovedì e venerdì.

Una beffa del destino per questo giovane, sopravvissuto ad un viaggio lungo e ad alto rischio, che si era sposato un anno fa e sognava di portare presto la moglie in Italia. Troppo gravi le ustioni. Si è spento, sabato sera 22 giugno, al Centro grandi ustionati dell'ospedale di Borgo Trento a Verona per "le conseguenze - si legge nella nota dell'Ospedale - che il politrauma da ustione sul 57% del corpo aveva prodotto negli organi interni".

Critiche, ma stazionarie, le condizioni di altri tre operai ustionati gravemente e ricoverati a Verona, Milano e Murnau in Baviera. Migliorano le condizioni degli altri due ricoverati in Dermatologia al San Maurizio. 

Oggi (lunedì 24 giugno) sciopero dei metalmeccanici in Alto Adige, 8 ore all’Aluminium e presidio davanti alla fabbrica, 4 ore nel resto del settore: “Inaccettabile morire di lavoro”.

 

 













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