Olive, all’Agraria mancano 5 mila quintali di raccolto 

Il bilancio della stagione appena chiusa registra una riduzione rispetto al 2016 Il direttore Fia: «Danni limitati grazie alla resa, nel basso lago stanno peggio»


di Matteo Cassol


ALTO GARDA. Giunge a conclusione in questi giorni la raccolta delle olive sul Benaco ed è tempo di bilanci: rispetto all’anno scorso, è calata sensibilmente la quantità dei frutti arrivati in frantoio, ma in compenso è cresciuta la resa nella fase di spremitura (dal Consorzio Olio Garda Dop parlano di 15%, contro una media del 13% di dodici mesi prima). Nel complesso, comunque, il segno “meno” rimane, per quanto la qualità rimanga alta. I primi dati relativi all’Olio Garda Dop stimano una diminuzione del 30% di olive in confronto al 2016, quando il raccolto era stato generoso. Tutte le tre sottozone del Garda (oltre a quella trentina ci sono quella orientale e quella bresciana) sono state chiamate ad affrontare una stagione difficile, tra mesi caldi e siccitosi, improvvise scariche di maltempo e grandinate di fine estate.

Dall’Agraria di Riva confermano la linea di tendenza. «In frantoio – spiega il direttore Massimo Fia – c’è stata una resa migliore, favorita dall’ottobre non piovoso, dato che c’è una proporzionalità inversa tra resa e percentuale di acqua presente nel frutto: da questo punto di vista abbiamo superato il 15% contro il 12-13% del 2016. Ferma restando la qualità, d’altra parte è venuta abbastanza a mancare la quantità. L’annata è andata un po’ così, ma non stiamo a piangerci addosso, anche perché in alcune zone del basso lago e del vicentino i frantoi praticamente non hanno aperto: noi come raccolta stimiamo di arrivare a 6.000-6.500 quintali contro i circa 11mila dell’anno scorso. Al netto della resa migliore, che ci permette di limitare un po’ i danni, saremo sul 25% di olio in meno, ma altrove nel basso lago c’è chi ha patito anche il 90-95% in meno, quindi dalle nostre parti non possiamo gridare alla carestia».

Nel 2016 per la prima volta presso Agraria erano stati superati i dieci mila quintali di oliva, con un incremento del 12% rispetto al 2015, nonostante i timori dovuti alla presenza della mosca olearia che aveva fatto preoccupare gli olivocoltori. Quest’anno invece si torna “sulla terra”. Si rischia un aumento dei prezzi di vendita? «Qualche arrotondamento – dice Fia – ci sarà per forza, ma non certo nell’ordine del 20% e nemmeno del 10%. I cali produttivi vanno calmierati all’interno, il consumatore non può e non deve pagarne interamente dazio». Quanto alla raccolta, si è davvero alle ultime giornate: «Finora siamo stati fortunati - conclude il direttore - perché dall’apertura del 16 di ottobre in poi ci sono stati solo due giorni di pioggia e perciò la raccolta era stata accelerata. Siamo alle battute finali».

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