«Le misure contro il virus ci portano alla rovina» 

La protesta. Oggi dall’Alto Garda salirà una folta delegazione di ristoratori per partecipare alla manifestazione della Fipe-Confcommercio a Trento per chiedere il sostegno del governo


Leonardo Omezzolli


Alto garda. Saranno numerosi i ristoratori altogardesani che quest'oggi, armati delle proprie tovaglie, raggiungeranno Trento per partecipare alla manifestazione indetta dalla Fipe - Confcommercio nazionale con l’obiettivo di chiedere a gran voce certezze e risposte chiare per tutelare le attività e il lavoro dell’intero settore. Portabandiera gardesano il presidente dei ristoratori territoriale, Paolo Turrini, che tra rabbia e sconcerto non vuol far mancare agli occhi del governo provinciale e nazionale le istanze dei colleghi ristoratori dell’Alto Garda.

«Credo che nessuno di noi ricordi un momento così drammatico per la nostra categoria - sintetizza Turrini -. Certo, è un momento drammatico per tutta la nostra Provincia, per l'Italia e per il mondo intero. Questo però non deve distoglierci dalle conseguenze devastanti che l'emergenza "coronavirus" sta causando alle nostre attività. Non tanto il virus, per quanto esso sia temibile, ma le misure imposte per contrastarlo». Decisioni, quelle prese nei vari Dpcm che non sono accettabili perché sembrano non aver tenuto conto dell’importante e continuativo lavoro fatto dalla categoria in tutti i tavoli di lavoro. «Siamo stati presenti fin dai primi istanti di questa crisi - ha spiegato Turrini - e abbiamo contribuito a stilare i protocolli per la riapertura, cercando di salvare quanto più possibile. Ad oggi le prospettive sono ancora più pesanti. Una progressiva stretta sulle nostre attività senza che, a compensazione, si stiano prevedendo misure adeguate per consentirci di sopportare limitazioni, oneri aggiuntivi, chiusure anticipate o, addirittura, definitive». Trento sarà meta del dissenso e con lei 18 città italiane. «Scenderemo in piazza, a Trento, e simbolicamente stenderemo a terra le nostre tovaglie - spiega il presidente dei ristoratori altogardesani - per dimostrare lo stato in cui versano le nostre attività. Chiederemo a gran voce sostegno concreto da parte della politica nazionale e provinciale. Chiederemo un pacchetto di misure immediate che dovranno comprendere indennizzi a fondo perduto, con maggiorazioni per chi è stato maggiormente penalizzato, il credito d'imposta su locazioni e affitti d'azienda (ottobre, novembre e dicembre), il prolungamento degli ammortizzatori sociali, la moratoria fiscale e la cancellazione della seconda rata dell’Imu».

In questi giorni il susseguirsi delle restrizioni che hanno colpito duramente il settore dei pubblici esercizi e quello della ristorazione hanno provocato inevitabilmente agitazioni interne alla categoria che Turrini ha potuto raccogliere tra i propri associati. «Disperazione e rabbia! Due sentimenti che trapelano dalle decine di conversazioni fatte con i colleghi di categoria - spiega - perché ci sentiamo trattati come dei burattini, manovrati dalla sera alla mattina senza tener conto dei sacrifici che stiamo facendo da mesi assieme ai nostri collaboratori. Abbiamo fatto investimenti, mantenuto comportamenti corretti secondo quanto richiesto dall’autorità sanitaria e la dimostrazione è che non esiste un caso di focolaio covid all’interno delle nostre realtà. Oserei dire - chiosa Turrini - non solo a livello territoriale, bensì nazionale».















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