La bellezza pudica e lenta di Tenno
Presentata a Casa degli Artisti «La piccola guida al belsapere» realizzata da Mauro Grazioli
TENNO. Nella bibliografia su Tenno mancava finora una guida sui vari aspetti della realtà tennese. Questo nonostante la mole di studi culminati nell’importante volume Nomen Invictum dello storico Mauro Grazioli, preceduto da vari appassionati tennesi, come Carlo Menotti (storia di Tenno) e Arrigo Guella (su Pranzo e San Martino).
Finalmente la lacuna viene ora colmata con la guida “Piccola guida al belsapere – Tenno”, scritta da Mauro Grazioli ed edita da Grafica5 nella collana del Mag e de il Sommolago, presentata ieri alla Casa degli Artisti “Giacomo Vittone”.
Una guida agile e costruita sapientemente, ma anche in modo divulgativo per il largo pubblico. La scansione è esemplare nel suo genere: territorio, storia della comunità, paesi del tennese, percorsi. Sempre una grande attenzione al territorio, che solo uno studioso originario del loco poteva approfondire, sconfiggendo una volta tanto la massima: “Nemo propheta domo sua”! Conoscenza ed amore del territorio, questa la endiadi che presiede alla stesura della guida, derivando da una lunga “frequentazione” negli studi locali.
In questa prospettiva la ricostruzione non è solo completa, ma originale e colorita. Originale perché coglie aspetti al solito trascurati, colorita perché il belsapere è realizzato grazie all’attenzione verso le particolarità del territorio, sospeso tra mediterraneità e spirito montanaro.
Aldo Gorfer è la Musa di questa ricostruzione: “Il tennese può essere definito un giardino prodotto dal ghiaccio: quasi un unicum nel grandioso e frastagliato reticolo delle Alpi, anche per quelle ravvicinate distonie del territorio e del paesaggio...”
«La dote del tennese – sostiene Grazioli – si misura negli spazi naturali, nelle sequenze dei paesaggi, nella tavolozza dei borghi e dei manufatti; in una bellezza pudica, da scoprire senza fretta, da godere con intelligenza».
Il paesaggio, che gode della certificazione di qualità europea, conduce il lettore attraverso i vari climi, dalle Foci con l’olivo e la vite ai paesi di Gavazzo e Cologna, fino alle balze del Cingolo Rosso, l’abitato di Frapporta, Tenno e il dosso delle Strie, la valle del torrente Magnone e l’incantevole lago di Tenno, le Ville del Monte e il monte Calino con San Pietro, l’abitato di Pranzo e lo storico insediamento di San Martino.
Il rischio in questo genere di letteratura è che ci si perda nei particolari, oppure si faccia un’operazione di banalizzazione del “locale”: ambo i pericoli sono ben presenti all’autore, che tra Scilla e Cariddi sceglie una via di forte interesse all’aspetto locale maturato in una visione d’assieme. L’apparato fotografico molto curato va di pari passo con l’interesse che suscitano elementi come la Casa degli Artisti oppure le chiese di san Zenone a Cologna e di san Lorenzo a Frapporta. Tutti elementi del belsapere tennese.
La guida di Tenno rappresenta il quinto capitolo delle guide legate al “Sommolago”, dopo quelle di Riva, Arco, Torbole Nago, Drena, ciascuna affidata a un esperto del luogo.