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L’allarme da Nago: «Camosci e caprioli decimati dai lupi»

Il rettore della sezione cacciatori (che spazia anche sul Baldo) Mazzoldi: «siamo impotenti, il ministro ci ascolti». Almeno una ventina i branchi in provincia



NAGO TORBOLE. A Nago-Torbole si attendono con urgenza i provvedimenti governativi per superare la preoccupante situazione esistente da tempo per la fauna selvatica, soprattutto per camosci e caprioli, che sta progressivamente diminuendo per le continue razzie di branchi di lupi.

Lo conferma eloquentemente il recente censimento della locale sezione cacciatori che nel territorio alpestre comunale (spazia dal confine veneto, a Navene di Malcesine, a quelli con Brentonico e Mori e comprende il monte Altissimo, nella catena del Baldo) i numerosi caprioli sono praticamente scomparsi.

La stessa sorte la stanno subendo i camosci, già dimezzati. I 125 capi rilevati poco tempo fa, sono scesi a 66 e saranno ancora meno nelle prossime settimane.

“Siamo impotenti alle scorrerie di questi carnivori in crescente numero – afferma sconsolato Mario Mazzoldi, rettore (presidente) della sezione cacciatori naghese-torbolana – Oltre ad annientare la fauna selvatica non trascurano gli allevamenti isolati e le malghe nei periodi d’apertura ed a farne le spese sono i giovani bovini, gli asinelli, le pecore e le capre.

In inverno i lupi scendono nel fondovalle, con ”puntate” notturne nei centri abitati, alla ricerca di cibo in quanto per lo stesso motivo si trovano i caprioli ed i camosci. In carenza di queste “prede” i branchi di lupi non tralasciano i rifiuti domestici depositati all’aperto. Recentemente si è assistito ad una ulteriore “escalation” delle loro scorrerie con obiettivo i cani domestici.

E’ augurabile che il fenomeno non si estenda per i possibili pericoli alle persone.

Si tratta, dunque, di una situazione preoccupante in crescita e che risulti analoga ad altri territori trentini. Pertanto, a nome dei cacciatori della sezione che presiedo, auspico che il ministro consenta rapidamente di avviare la sperimentazione di un nuovo piano di gestione in ambito provinciale ispirato alle linee guida sottoposte all'attenzione di Ispra ed elaborate con la Provincia di Bolzano”.

Per sollecitare tale intervento Mario Mazzoldi ha inviato una lettera al proprio sindaco, Gianni Morandi, ed agli assessori comunali in cui ha illustrato la criticità della situazione esistente a Nago-Torbole aggravata da un'altra indesiderata quanto consistente presenza, quella dei cinghiali, con lo spettro della peste suina.

Ultimamente è stata riscontrata in Piemonte con pericolose conseguenze e ricadute economiche.

“Nelle zone segnalate dalla presenza di animali infetti – continua il rettore Mario Mazzoldi - è interdetto dal Ministero della Salute ogni forma di attività forestale, caccia , funghi, bike ed altro. Per il momento la nostra zona è sotto controllo capillare dai cacciatori della locale sezione in stretta collaborazione con i forestali , i guardiacaccia ed i veterinari. I numerosi cinghiali sono stanziali da anni, pure nell’area prossima al litorale gardesano. Gli animali provengono generalmente dalla riserva demaniale veneta di Navene e sono attratti dalle bacche degli oliveti e di quelle della boscaglia. Si aggiungono le radici con la conseguente devastazione della cotica erbosa dei prati con buche scavate fino ad un metro”.

La consistenza dei cinghiali è quantificata dai 87 capi abbattuti nel corso del 2021 dai controllori autorizzati, tra cui, uno sbranato (sicuramente dai lupi) e due investiti sulla statale. Nelle scorse notti sono ripresi controlli per l’abbattimento di altri cinghiali.

Il tema relativo alla presenza del lupo in Trentino - con almeno venti branchi, sottolinea la Provincia - è stato affrontato nel corso di un incontro con i sindaci e gli assessori competenti di tutti i Comuni, l'assessora provinciale Giulia Zanotelli ed il presidente del Consorzio dei Comuni trentini, Paride Gianmoena. "Al fine di migliorare la gestione, stiamo collaborando con Ispra nella messa a punto di un progetto sperimentale ad hoc, così come concordato dal presidente Maurizio Fugatti con il ministro Roberto Cingolani", ha ricordato l'esponente della Giunta provinciale.

a.cad.













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