Inaugurata la stele per Alba Chiara
In 250 al corteo che ha raggiunto la località Grom. Il sindaco reggente Marocchi: «Simbolo contro ogni tipo di violenza»
TENNO. Il senso è una mamma che porge una rosa a Loredana. Il senso è il professor Mariano Contin, che si presenta a Tenno e dona ai genitori il diploma della Scuola d’arte e mestieri di Vicenza: non era mai stato ritirato da Alba Chiara dopo la conclusione degli studi da artigiana orafa e oggi rappresenta un prezioso ricordo per i genitori. Il senso è il signor Mugdin Cehaic, origini bosniache, socio del circolo Lettera 7 di Laives, che dedica una poesia ad Alba Chiara. Il senso sono gli abbracci, le strette di mano, le lacrime, le relazioni, le energie positive che il progetto Alba Chiara è riuscito a muovere negli ultimi mesi grazie non solo alla determinazione dei genitori Massimo e Loredana («Abbiamo scelto di non chiuderci in noi stessi»), ma anche attraverso la passione di chi questo progetto lo sta seguendo sin dagli albori, ovvero Emanuela Skulina, coordinatrice della Fondazione Famiglia Materna di Rovereto.
Un percorso che ieri, vigilia della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, è sfociato nell’inaugurazione della stele in località Grom, a Tenno, uno straordinario balcone naturale sulla Busa e sul Garda. La stele, però, non è rivolta laddove gli occhi di tutti guarderebbero spontaneamente, ovvero lo specchio del Benaco, a sud. La stele guarda – per scelta - ad est, dove il sole sorge. È stata una cerimonia intensa dal punto di vista emotivo, arrivata a conclusione – sarebbe ipocrita non ricordarlo - di un tragitto tortuoso soprattutto per la comunità tennese, che sulla vicenda della stele per Alba Chiara Baroni, uccisa a colpi di pistola dal fidanzato Mattia Stanga, si è lacerata al punto da spingere alle dimissioni l’ex sindaco Gianluca Frizzi, che ieri è stato pubblicamente ringraziato per il suo impegno dall’assessore Stefano Bonora.
Nessun discorso da parte di Loredana e Massimo. Per scelta. «Noi oggi siamo solo spettatori – spiega Massimo prima della cerimonia – oggi è il giorno di Alba Chiara, il giorno della comunità, il giorno in cui vogliamo che il femminicidio venga riconosciuto come dramma sociale».
L’appuntamento era alle 14.30 nel piazzale dei vigili del fuoco. Circa 250 le persone che hanno partecipato. Tra questi molti volti noti delle istituzioni, oltre agli amministratori di Tenno: tra gli altri, i consiglieri provinciali Paolo Ghezzi e Sara Ferrari, l’ex consigliera Margherita Cogo, Giulia Robol, ex segretaria provinciale del Pd, il presidente di Comunità Mauro Malfer, i consiglieri comunali Franca Bazzanella, Flavio Prada e Tommaso Ulivieri, l’assessore arcense Stefano Miori, il presidente del Forum trentino per la pace Massimiliano Pilati, i consiglieri di Comunità Ezio Viglietti e Angioletta Maino.
Il corteo sfila sotto il castello e si infila nei vicoli di Frapporta prima di raggiungere il promontorio, «un luogo esclusivo e mozzafiato - esordisce l’assessore Stefano Bonora – dove solitamente, per le festività natalizie, viene posta la stella cometa ma dove oggi inauguriamo la stele per Alba Chiara, una stele che vuole risvegliare le coscienze non solo sul femminicidio, ma su tutte le forme di violenza».
Il sindaco Giuliano Marocchi ha rimarcato l’alto valore simbolico del momento, «perché possa superare i confini di Tenno e raggiungere ogni luogo». «Il progetto Alba Chiara – ha proseguito Marocchi – va oltre la stele, serve a fare cultura, formazione e informazione. Perché il femminicidio è la punta dell’iceberg di molte violenze che sono meno evidenti e meno raccontate». In questo senso, Marocchi ha evidenziato il ruolo che la politica deve avere, creando «percorsi di crescita. Le fredde norme non sono efficaci se non accompagnate dalla cultura del rispetto». Il sindaco ha poi chiuso con parole di vicinanza per Aurora, sorella di Alba Chiara, e Claudia, la mamma di Mattia. Mara Rinner, presidente dell’Associazione Amici di Famiglia, ha sottolineato come la giornata di ieri debba essere un punto di partenza aggregante contro ogni violenza: «Siamo già sulla buona strada, perché attorno al progetto Alba Chiara si sono mosse tante, realtà, tanti amici, tante relazioni». Padre Franco Pavesi, citando Gesù nel Vangelo di Marco, ha ricordato i due pilastri delle relazioni umane: ascoltare e amare. «Ascoltare e amare significa mettersi da parte e mettere qualcun altro al centro».
La stele, protetta da un drappo rosso, viene scoperta. Mamma Loredana lascia scivolare dolcemente le dita sulla foto di Alba Chiara, come a donarle un’ultima carezza. È poi la stessa Loredana a prendere in mano il microfono e a leggere alcune frasi che ha dedicato alla figlia strappata violentemente alla vita a soli 22 anni: «Sei volata via con un batter d’ali e io, ora, mi ritrovo qui ad amarti, ad amarti sempre come allora, come quando eri in me. E ancora una volta sei in me. Per sempre».
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